Anna Katharina Emmerick, una vita per il prossimo

Omaggio a Anna Katharina Emmerick di Zoa Studio

Con Anna Katharina Emmerick oggi vi stupiremo. Sì, perché parliamo di una monaca, una beata che riceveva delle visioni, una mistica tedesca del XIX secolo la cui vita ha ispirato la devozione religiosa, ma è stata anche coinvolta in grandi controversie.

Penso che i nostri lettori siano abituati a degli articoli con una diversa vocazione da quella divina, piuttosto quella del rock and roll con ampi esempi del contrario della divinità: pensiamo ai Led Zeppelin, Aleister Crowley, Ozzy Osbourne e così via.

Tuttavia, come appena detto, oggi vi stupiremo. Ci eravamo avvicinati alla santità parlandovi di Giovanna D’Arco, ma oggi riprendiamo l’argomento.

Biografia di Anna Katharina Emmerick

I primi anni

Anna Katharina Emmerick nacque l‘8 settembre 1774 nella comunità agricola di Flamschen vicino a Coesfeld (Germania). È cresciuta in una famiglia di nove fratelli. Fin dalla prima infanzia ha dovuto aiutare nei lavori domestici e agricoli. Frequentò la scuola solo per un po’, ma ebbe una buona educazione in materia religiosa. Ben presto i suoi genitori realizzarono la sua vocazione alla preghiera e alla vita religiosa.

Ha lavorato per tre anni in una grande fattoria nelle vicinanze, poi ha imparato a cucire ed è tornata a vivere con i suoi genitori. Chiese poi di essere ammessa in vari monasteri, ma le fu rifiutato perché non aveva un dono particolare. Tuttavia, le Clarisse di Münster l’accettarono a condizione che imparasse a suonare l’organo. I suoi genitori la autorizzarono quindi ad andare a vivere con la famiglia dell’organista Söntgen de Coesfeld per fare il suo apprendistato; ma non ha mai avuto la possibilità di imparare l’organo, perché la povertà della famiglia l’ha spinta a lavorare per aiutarli a vivere.

Nel 1802, riuscì finalmente ad entrare nel monastero di Agnetenberg, vicino a Dülmen, con la sua amica Klara Söntgen. Prese i voti l’anno successivo, partecipando con fervore alla vita monastica, sempre pronta a fare i lavori più duri che nessuno voleva fare. Ma, dal 1802 al 1811, si ammalò spesso e dovette sopportare grandi dolori. Nel 1811 fu chiuso il monastero di Agnetenberg, e divenne domestica dell’abate Lambert, un prete che era fuggito dalla Rivoluzione Francese e che viveva a Dülmen. Ma si ammalò di nuovo e non lasciò mai il letto. Chiese così aiuto alla sorella minore, che sotto la sua direzione, si occupò della casa.

Nel 1813 si seppe che l’ex monaca portava i segni di Gesù sul corpo, rinunciava quasi completamente al cibo e spesso aveva strane visioni.

Un potere superiore

Fu durante questo periodo che ricevette le stimmate. Questo fatto non poteva restare nascosto; Il dottor Franz Wesener le esaminò e ne rimase profondamente colpito, diventando negli anni successivi suo fedele amico.

Una caratteristica della personalità di Anna Katharina Emmerick era l’amore che provava per il prossimo. Cercava sempre di aiutare gli altri, anche senza potersi alzare dal letto, dove cuciva vestiti per i bambini poveri. Molte personalità, che hanno preso parte al movimento per il rinnovamento della Chiesa all’inizio del XIX secolo, hanno cercato di incontrarla. Particolarmente significativo è stato l’incontro con Clemens Brentano. Dal 1818 Brentano la visitò tutti i giorni per cinque anni, disegnando le sue visioni che poi pubblicò.

La passione  del Signore

Quelle visioni avrebbero costituito la base per questo lavoro, “La dolorosa passione di Nostro Signore Gesù Cristo“, un resoconto dettagliato della sofferenza e della morte di Gesù Cristo a partire da poche ore prima della sua crocifissione, pubblicato per la prima volta nel 1833.

Mel GIbson, per il suo film La Passione di Cristo, si è ispirato proprio agli scritti della Emmerick. Ecco una descrizione di Gesù piuttosto “cinematografica”.

Vidi la Vergine lavare il capo e il volto insanguinato del Signore, passando la spugna sui suoi capelli. Tolse il sangue che gli riempiva gli occhi, le narici e le orecchie. Allo stesso modo gli pulì la bocca semiaperta, la lingua, i denti e le labbra.

Anna Katharina Emmerick ha avuto molte visioni degli avvenimenti descritti nel Vangelo. Scorrevano davanti ai suoi occhi interiori e le facevano spesso contemplare gli eventi vissuti da Gesù Cristo. Per conoscerli, non ha mai fatto studi. Poté soltanto trascorrere dieci anni nel monastero delle agostiniane ad Agnetenberg, perché in quell’epoca napoleonica la secolarizzazione delle case religiose costrinse pure lei a tornare nel mondo.

Mentre c’erano molti che non credevano che le sue visioni estatiche e i suoi segni stigmatizzanti fossero legittimi, ma piuttosto il risultato di un’elaborata bufala, nessuna prova poteva mai essere dimostrata in modo definitivo che fosse così. Come abbiamo appena menzionato, i pensieri della Emmerick, trascritti dal poeta e romanziere tedesco Clemens Brentano, sono stati da allora fonte di grande ispirazione per coloro che credono che sia stata veramente visitata da un potere superiore.

La morte e il lascito di Anna Katharina Emmerick

Nell’estate del 1823, la salute di Anna Katharina decadde e, avvicinandosi la morte, decise di unire la sua sofferenza a quella di Gesù, offrendola per la redenzione degli uomini. Morì il 9 febbraio 1824. La tomba della mistica si trova ora nella cripta della chiesa di Santa Croce.

A Dülmen così come nella Germania meridionale e all’estero si svilupparono diverse forme di venerazione per Anna Katharina. Dal 1878 al 1935, ad esempio, la processione annuale da Essen ad Annaberg ad Haltern faceva una deviazione alla tomba di Emmerick. L’Emmerick-Bund, fondato nel 1921, vide il suo compito principale nel sostenere il processo di beatificazione in corso promuovendone la venerazione privata.

Gli articoli di Lexica sono un buon indicatore della popolarità di Anna Katharina. La Brockhaus del 1895 gli dedica 34 righe, la Meyers-Lexikon del 1925 altre 11 righe, mentre l’edizione Brockhaus del 1988 non contiene più una voce su di lei. Anche Sigmund Freud conobbe la pia ragazza tedesca, Anna Katharina Emmerick, a Dülmen nel 1912, come risulta dalla sua menzione in un saggio sul santuario di Diana a Efeso.

Durante l’era nazista, il ricordo di Anna Katharina fu strappato a Dülmen. Mentre nel 1931 la città pubblicizzava “Dülmen, die Emmerichstadt” in un prospetto su una pagina, la nuova edizione del 1939 non conteneva più alcun riferimento.

A partire dal 1954/56, l’ordine agostiniano intraprese un nuovo inizio per far conoscere al grande pubblico Anna Katharina nella nuova sede della chiesa parrocchiale di Maria Königin. Nel 1956 vi fu anche allestito un memoriale modernizzato dall’inventario della Casa Emmerick.

Meryem Ana

Il 18 ottobre 1881, un gruppo di esploratori e archeologi,  sulla base delle indicazioni contenute nei diari della Emmerick, riporta alla luce, a 9 km da Efeso, alcuni resti (mura perimentrali e focolare) di una casa che attribuirono al I secolo d.C.

Gli studiosi identificarono il sito come l’antica abitazione nella quale la Vergine Maria e Giovanni Evangelista avevano vissuto dopo la morte di Gesù e lo chiamarono Meryem Ana.

Il sito e le rovine che avevano sotto gli occhi concordavano esattamente con la descrizione particolareggiata che ne aveva fatta , senza averli mai visti ne conosciuti, la mistica tedesca.

Nel penultimo capitolo dei diari si legge: “Dopo l’ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al Cielo, Maria Santissima visse circa tre anni a Sion (Gerusalemme), tre in Betania e nove ad Efeso. Quando la Madonna ricevette l’avvertimento interiore di lasciare il paese, Giovanni la condusse ad Efeso insieme ad altre persone.”

Meryem Ana

Beatificazione di Anna Katharina Emmerick

La ripresa del processo di beatificazione da parte del vescovo Tenhumberg dal 1973 ha avuto un effetto duraturo. L’Emmerick-Bund, ri-fondato nel 1977, pubblica dal 1979 l’“Emmerick Blätter” con l’obiettivo di far conoscere al maggior numero possibile di cristiani le sofferenze di Anna Katharina.

Il processo si è concluso nell’ottobre 2004 con la beatificazione di Anna Katharina Emmerick a Roma. Gli ammiratori di Emmerick in tutto il mondo si tengono ancora in contatto tra loro attraverso il sopracitato Emmerickbund.

Che si creda o meno nel percorso della beata, appare evidente che la vita di Anna Katharina sia stata caratterizzata da una profonda unione con Cristo; le stimmate che portava ne erano la prova. Per fede e per amore ha servito l’opera della redenzione, dicendo al riguardo:

Ho sempre considerato il servizio al prossimo come la virtù più alta. Nella mia giovinezza ho pregato Dio che mi desse la forza di servire il prossimo e di essere utile. Ora so che ha risposto alla mia preghiera

#higherpower

#givegivegive

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