
Raccontare di Giovanna D’Arco sarà una vera impresa, e credo quest’ultima parola ben si adatti a lei.
Nel corso dei vari articoli di questo blog abbiamo parlato di numerose donne straordinarie. A volte immaginarie, come Wonder Woman o Buffy l’Ammazzavampiri . Altre volte invece in carne ed ossa, come Mata Hari o Julie Taymor.
Oggi, 30 maggio, nell’anniversario della sua scomparsa, raccontiamo la storia di questa donna in carne ed ossa, ma talmente entrata nella cultura di massa negli ultimi 600 anni, da essere quasi trasfigurata ad un emblema di forza, coraggio, intraprendenza, fede.
Ma cosa avrà mai fatto Giovanna D’Arco 600 anni fa, in un’epoca in cui una donna al massimo poteva lavare le vesti del marito e dei figli? Ha “solo” contribuito a risollevare le sorti del proprio Paese, la Francia, durante la Guerra dei Cent’anni, guidando le armate contro quelle degli inglesi.
Continuate a leggere, ora vi raccontiamo l’incredibile e avvincente storia.
I primi anni di Giovanna D’Arco
La nostra protagonista di oggi, Jeanne D’Arc, italianizzata in Giovanna D’Arco, nacque intorno al 1412 a Domrémy, in una famiglia contadina. Sin da piccola, secondo testimonianze dell’epoca, Giovanna era molto devota e offriva spesso la carità ai più bisognosi. All’età di tredici anni iniziò ad avere delle sensazioni, delle visioni. Vedeva alcuni santi e l’Arcangelo Michele, accompagnati da bagliori.
Dopo queste visioni, la ragazza decise di consacrarsi interamente a Dio, facendo voto di castità. Non vi nego che parlare di santità, di visioni e di voti cristiani mi fa un po’ strano, solo qualche giorno fa abbiamo parlato del mondo oscuro del World Goth Day e non è passato troppo tempo da Dracula, principe delle tenebre e incarnazione demoniaca!
Comunque, poiché la figura di Giovanna D’Arco è estremamente interessante ed emblematica, andiamo avanti con professionalità.
Nel 1428, a causa della Guerra dei Cent’anni che vedeva opposti il Regno di Francia al Regno D’Inghilterra e alla Borgogna, la famiglia di Giovanna D’Arco fuggì per sottrarsi alle devastazioni delle truppe borgognone. L’anno successivo, quando gli inglesi stavano terminando l’occupazione di Orléans (città importante dal punto di vista geografico ed economico), Giovanna cominciò a sentire le voci ancora più insistenti, che le dicevano di andare in soccorso di Carlo, Delfino di Francia, estromesso però dall’ascesa al trono.
Giovanna D’Arco in guerra

Giovanna D’Arco quindi si diresse ad incontrare Carlo, senza neppure avvisare i suoi genitori. Nel 1429 Giovanna aveva all’incirca 17 anni, giusto per fare le dovute riflessioni.
Arrivata al castello, durante un’assemblea alla presenza di trecento nobili, Giovanna D’Arco si avvicinò a Carlo e si inginocchiò, dicendogli di essere stata inviata da Dio per soccorrere lui e il suo regno. Carlo, non fidandosi subito, mandò la giovane ad affrontare degli esami approfonditi, ma poi si convinse. Le affidò l’incarico di accompagnare una spedizione militare in soccorso ad Orléans assediata.
Giovanna plasmò le truppe dando il suo esempio, imponendo loro uno stile di vita quasi monastico, proibendo violenze e saccheggi, allontanando le prostitute e vietando le bestemmie. L’effetto di tutto questo rigore fu di instaurare un rapporto di fiducia tra i soldati e Giovanna D’Arco, instillando negli uomini un ardente desiderio di riscossa.
Giovanna accompagnava le truppe vestita da soldato, in una mano la spada e nell’altra uno stendardo bianco con raffigurato Dio benedicente il fiordaliso francese. Nello stendardo anche gli arcangeli Michele e Gabriele, il primo dei quali aveva parlato durante le visioni della giovane. Giovanna diventa quindi la Pucelle D’Orléans (la Pulzella D’Orléans), perché così l’avevano chiamata le voci.
Simbolica diventa anche l’immagine di Giovanna in sella ad un destriero bianco e preceduta da un corteo di preti, acclamata dalla folla. Infatti ormai la folla la seguiva ovunque la Pulzella andasse, tale era il rapporto con il popolo che la giovane era riuscita a creare.
In una serie di battaglie tra il 4 maggio e il 7 maggio 1429, le truppe francesi presero il controllo delle fortificazioni inglesi. Joan fu ferita ma in seguito tornò al fronte per incoraggiare un assalto finale. A metà giugno, i francesi avevano respinto gli inglesi e, nel farlo, avevano mostrato una sorta di invincibilità.
Anche se sembrava che Carlo avesse accettato l’impegno e la missione di Giovanna, non mostrò piena fiducia nel suo giudizio o nei suoi consigli.
Dopo la vittoria a Orléans, Giovanna continuò ad incoraggiarlo ad affrettarsi a Reims per essere incoronato re, ma lui e i suoi consiglieri si dimostrarono più cauti. Tuttavia, Carlo e il suo seguito entrarono finalmente a Reims, e il Delfino fu incoronato Carlo VII il 18 luglio 1429. Giovanna era al suo fianco, occupando un posto visibile durante le cerimonie.
Cattura e processo di Giovanna D’Arco
La cattura
Nella primavera del 1430, il re Carlo VII ordinò a Giovanna di affrontare l’assalto borgognone. Durante la battaglia, il cavallo la disarcionò, lasciandola fuori dalle porte della città. I borgognoni la presero prigioniera e la trattennero per diversi mesi, negoziando con gli inglesi, che la consideravano merce preziosa per la loro propaganda. Alla fine i borgognoni scambiarono Joan con 10.000 franchi.
Carlo VII non era sicuro di cosa fare. Ancora non era convinto dell’ispirazione divina di Giovanna. Infatti prese le distanze e non fece alcun tentativo di liberarla. Sebbene le azioni di Giovanna fossero contro l’esercito inglese, fu consegnata ai funzionari della chiesa che insistettero per farla processare come eretica.
Il processo e la condanna
I capi d’accusa erano settanta, tra cui stregoneria, eresia e travestimento da uomo.
Inizialmente, il processo si tenne in pubblico, ma divenne privato quando Giovanna sembrò avere la meglio sui suoi accusatori. Tra il 21 febbraio e il 24 marzo 1431, il tribunale la interrogò quasi una dozzina di volte. Giovanna mantenne sempre la sua umiltà e continuò a processarsi innocente.
Invece di essere detenuta in una prigione della chiesa con le suore come guardie, Giovanna venne incarcerata in una prigione militare. La minacciarono di stupro e tortura, anche se non è stato mai registrato nessuno dei due. Si proteggeva infatti legando strettamente i suoi vestiti da soldato insieme a dozzine di corde. Frustrato di non poterla spezzare, il tribunale alla fine utilizzò i suoi abiti militari contro di lei, accusandola di vestirsi da uomo.
Questo ultimo pensiero è riassunto bene nella quarta di copertina del volume Il processo di condanna di Giovanna D’Arco, a cura di Teresa Cremisi: il contrasto violento tra le limpide convinzioni di Giovanna e, dall’altra parte, la forza pressoché inattaccabile delle istituzioni e dei loro provati meccanismi, costituisce per chi legge oggi i documenti di questo processo un elemento di struggente drammaticità.
La morte
Il 29 maggio 1431, il tribunale annunciò quindi che Giovanna d’Arco era colpevole di eresia.
La mattina del 30 maggio due frati domenicani la andarono a prendere in cella, dove la Pulzella chiese di ricevere l’eucarestia. Sacramento che le accordarono, nonostante questo fosse in violazione alle norme ecclesiastiche.
Giovanna venne quindi condotta nella piazza del mercato di Rouen e bruciata sul rogo, davanti a una folla stimata di 10.000 persone. Era vestita di bianco, con un abito lungo, e la legarono ad un palo sopra una grande quantità di legna. In questo modo Giovanna non sarebbe morta soffocata dal fumo ma arsa viva.
Giovanna D’Arco morì a 19 anni, tenendo una croce stretta al petto, fatta con due ramoscelli. Una leggenda racconta di come il suo cuore sia sopravvissuto al fuoco inalterato. Le sue ceneri furono raccolte e sparse nella Senna.
Santa Giovanna D’Arco
Ci vollero quasi 500 anni prima che Giovanna D’Arco diventasse Santa. Il processo di beatificazione iniziò a fine 1800 e si concluse nel 1909 sotto Papa Pio X. Mentre fu Papa Benetto XV a renderla Santa il 16 maggio 1920, dopo che le fu riconosciuto il potere intercessorio per i miracoli effettuati.
Giovanna D’Arco divenne anche Patrona di Francia, nonché della telegrafia e della radiofonia. Viene venerata anche come protettrice dei perseguitati religiosi e dei martiri, delle forze armate e della polizia. La sua memoria liturgica è proprio oggi 30 maggio, in occasione della sua uccisione sul rogo nel 1431. Ad oggi è la santa francese più venerata.
Giovanna D’Arco nella cultura di massa
Per quasi sei secoli Giovanna D’Arco ha ispirato opere artistiche e culturali, anzi le sta tuttora ispirando. A seguire, divise in categorie, facciamo un breve punto sulle varie arti che hanno omaggiato la Pulzella D’Orléans.
Letteratura
La prima opera su Giovanna D’Arco risale addirittura 1429, quando la giovane era ancora in vita, per narrare le sue gesta. Da lì in avanti possiamo contare centinaia di volumi in cui Giovanna è la protagonista principale della storia o una figura secondaria.
Citiamo ad esempio Enrico VI parte I di William Shakespeare. Oppure le opere di Coleridge, Mark Twain, George Bernard Shaw e Bertold Brecht per comprendere la vastità di tipologie letterarie che hanno abbracciato la nostra eroina di oggi. Nel 1972 anche Patti Smith la ha raccontata, in una delle sue poesie della raccolta Settimo Cielo.
La storia di Giovanna D’Arco fa anche parte di numerosi racconti per bambini, per trasmettere ai più piccoli valori importantissimi quali la fede, la compassione e la perseveranza.
Musica
Giovanna D’Arco è stata oggetto di numerose opere liriche e classiche, ad esempio di Rossini, Verdi e Tchaikovskij. Di recente, nel 2017, David Byrne ha composto un’opera rock: Joan Arc: into the fire, dove Giovanna D’Arco è immaginata come “una maniaca religiosa che riunisce un’armata per uccidere la gente” (parole dello stesso Byrne, non mie!)
Per quanto riguarda invece canzoni e album a tema, dobbiamo risalire al 1917 per trovare un’incisione. Passiamo però agli anni 70 per trovare Leonard Cohen con un brano dedicato alla Pulzella all’interno dell’album Songs of Love and Hate. In Italia, nel 1974, Fabrizio de André traduce l’opera di Cohen nelle sue Canzoni. Ecco alcuni versi dal brano Giovanna D’Arco:
Son tue le parole che volevo ascoltare
ti ho spiato ogni giorno cavalcare
e a sentirti così ora so cosa voglio
vincere un’eroina così fredda, abbracciarne l’orgoglio.
Sempre negli anni 70 troviamo di nuovo Patti Smith che nella canzone Kimberly dell’album Horses dice di sentirsi proprio come Giovanna D’Arco.
Negli ultimi anni non si sono dimenticati della nostra protagonista di oggi neanche Elton John, The Smiths, Garbage e Red Hot Chili Peppers. Neppure Katy Perry e Madonna la hanno scordata, con risultati discutibili tuttavia rispetto a quelli dei precedenti artisti.
Cinema e televisione
Il nostro viaggio nelle rappresentazioni dell’icona che è Giovanna D’Arco continua nel mondo del cinema e della televisione.
Non solo la Francia, madrepatria di Giovanna, ha dedicato pellicole alla sua patrona. Possiamo annoverare anche altri Paesi, come Italia, UK, USA e addirittura Giappone. Le prime pellicole risalgono a fine 800 in Francia, con alcuni film brevi, tra cui uno di George Méliès, dal semplice titolo Giovanna D’Arco. Ovviamente gli States devono fare le cose più in grande dell’Europa continentale e i primi due film (1917 e 1921) si chiamano rispettivamente Joan the Woman e The Four Horsemen of the Apocalypse.
Un film che ogni tanto viene trasmesso in tv é Il Processo di Giovanna d’Arco: un film svedese del 1963 tratto dalle carte originali dello stesso processo.
La pellicola più conosciuta invece per la nostra generazione è quella del 1999 di Luc Besson, con Milla Jovovich nei panni di Giovanna D’Arco e con John Malkovich e Dustin Hoffman. In questo film Giovanna è rappresentata come una donna la cui malattia mentale viene scambiata per visioni divine.
L’ultima produzione cinematografica risale al 2019, con una pellicola francese di Bruno Dumont, sequel di un suo primo film del 2017.
Giovanna D’Arco compare anche nel piccolo schermo già come riferimento all’interno di alcuni telefilm degli anni 70 ma ne ottiene uno tutto suo nel 2003-2005 con la serie Joan of Arcadia. In questa serie Joan è una ragazza che ha delle conversazioni con Dio e le usa per fare del bene.
Ma Giovanna appare anche in un episodio dei Simpson (impersonata da Lisa) e in una puntata di Buffy L’Ammazzavampiri in cui Willow si traveste perché anche lei era stata bruciata come la nostra protagonista di oggi.
Altri riferimenti culturali
Abbiamo parlato di letteratura, di musica, di cinema e tv, ma l’influenza di Giovanna D’Arco si è spinta ben oltre. Ci sono fumetti, video games, sculture, immagini di ogni tipo.
Io però concluderei questo articolo con un dettaglio non indifferente: il taglio di capelli corto alla Giovanna d’Arco. Questo taglio ebbe un profondo effetto sulle acconciature femminili nel ventesimo secolo.
Nel 1909, il parrucchiere parigino Antoine prese Giovanna d’Arco come fonte d’ispirazione per il bob, che pose fine a secoli di tabù contro le donne che si tagliavano i capelli. Lo stile divenne popolare negli anni ’20 ed era associato alle donne libere da costrizioni e ha influenzato quasi tutte le successive acconciature occidentali. Ancora oggi tale taglio di capelli è noto in francese come coupé à la Jeanne d’Arc (taglio di capelli alla Giovanna d’Arco).
Sembra cosa di poco conto ma Giovanna D’Arco, attraverso un dettaglio che può sembrare frivolo come un taglio di capelli, ha dato potere alle donne da più di un secolo. E, attraverso le sue imprese, ha dato potere alle donne da sei.
#sixcenturiesofgirlpower
#fightfortheright
Un bel post per ricordare una delle donne storicamente più forti!
Grazie mille! Eh si, Giovanna d’Arco é un personaggio epico!