Fernando Pessoa: il maestro dell’indisciplina letteraria

Omaggio di Zoa Studio a Fernando Pessoa

Fernando Pessoa è stato un poeta, scrittore e aforista portoghese, uno dei più rappresentativi del ventesimo secolo. Ve ne raccontiamo il motivo nella giornata che commemora la sua scomparsa.

Fernando Pessoa: Portogallo, Sud Africa e di nuovo Portogallo

Lo scrittore portoghese Fernando Nogueira Pessoa è nato a Lisbona (Portogallo) il 13 giugno 1888.

A parte gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza (1896-1905) visse a Durban (Sud Africa) dove la madre, rimasta vedova quando lui aveva cinque anni, si unì al nuovo marito. Dopo gli studi primari, secondari e commerciali in inglese, si rivela un ottimo linguista, dotato per le lettere. Quando, all’età di diciassette anni, tornò in Portogallo, rimase a lungo fedele alla lingua inglese, la cui conoscenza sarebbe stata il suo sostentamento dichiarato: dopo un tentativo fallito in tipografia, entrò al servizio di varie aziende di commercio come editore-segretario per la corrispondenza estera.

In privato Fernando Pessoa legge febbrilmente tutto ciò che gli capita: simbolisti francesi, filosofi tedeschi, teosofi anglosassoni di cui tradurrà le opere, e tale Max Nordau che gli fa una tale impressione da credersi sull’orlo della follia – dove invece era affondata sua nonna.

Pessoa, un uomo discreto, che cambiava spesso indirizzo per coprire meglio le sue tracce, ribolliva di progetti: capofila di un gruppo di giovani coetanei, si allontana subito dal “saudosismo”, una forma decadente di simbolismo, poi in pieno declino. 

Se nasconde ancora i suoi versi, pubblica saggi critici ad Aguia, organo del gruppo “Il Rinascimento portoghese”. Profetizzò al suo Paese l’avvento di un “super-Camões” il cui nome ora è facile immaginare. Un altro movimento da lui fondato, il “Paulismo”, ha solo un’esistenza effimera. Di tutt’altra scala sono il “Sensazionismo” e l'”Intersezionismo”, che portano entrambi al “Futurismo” di Filippo Tommaso Marinetti che conquistò l’Europa.

Uno, nessuno, centomila

Fu allora, l’anno in cui scoppiò la prima guerra mondiale, che a Fernando Pessoa si verificò un ciclone psichico, che meravigliò il più chiaroveggente dei suoi parenti, Mario de Sá-Carneiro, che lasciò l’inizio di una grande opera prima di suicidarsi, vestito con il suo frac, a Parigi. Era l’8 marzo 1914, data famosa negli annali della creazione letteraria.

Fernando Pessoa iniziò a scrivere, in piedi su un comò alto: senza mai una pausa, più di trenta poesie si spingevano sotto il becco della sua penna. Sentendo imperiosamente che appartengono a qualcuno diverso da lui, in cui saluta il suo maestro, li firma con questo nome: Alberto Caeiro, la cui opera sarà raccolta in una collezione. Subito dopo spuntano sei nuove poesie, di cui riconosce la paternità. Un maestro ha bisogno di discepoli: nella stessa seduta compaiono due nuovi personaggi, Ricardo Reis e, molto diversi da lui, un certo Alvaro de Campos, che gli detta, questa volta con la macchina da scrivere, la lunga e focosa Ode trionfante.

Da quel giorno memorabile in cui medianità, chiaroveggenza, convinzione e mitomania si uniscono in una conflagrazione senza precedenti, questa famiglia prende forma e vive, per usare l’espressione di J. do Prado Coelho, in unità e diversità. I personaggi così nati lo stesso giorno non sono gemelli, anzi. A ciascuno di questi eteronimi viene assegnata una data di nascita, o anche un oroscopo, una professione, una biografia, opinioni politiche. Tra loro scambi di opinioni, commenti, polemiche – capita a loro di giudicare Fernando Pessoa, il loro demiurgo per tutti. Tutto questo, in piena febbre della creazione, va avanti.

“Ho sentito più gli esseri che avevo creato che me stesso”

La guerra e il dopoguerra

Quest’uomo cortese, piuttosto schivo, pieno di umorismo ma impenetrabilmente “maestro dell’indisciplina”, pubblicò nel 1915 la rivista d’avanguardia Orpheu, di cui furono messi in vendita solo due numeri. Attorno a lui radunò i migliori nomi della sua generazione: oltre a Mario de Sá-Carneiro, Luiz de Montalvor, Angelo Lima, i pittori Sousa-Cardoso e Almado Negreiros, nonché il poeta delle Azzorre Armando Cortes-Rodrigues, al quale invia lettere (pubblicate a Lisbona nel 1944) che costituiscono una testimonianza su questo periodo di animazione ed effervescenza. Prima di affondare, Orpheu pubblica, a firma di Alvaro de Campos, l’ampia Il Marinaio dove ferocia e tenerezza si scontrano, con echi di Walt Whitman e ancestrali “saudade” portoghesi.

Tra il 1918 e il 1921 Fernando Pessoa fece stampare a proprie spese le poesie composte direttamente in inglese in libretti sottili: 35 Sonetti, Iscrizioni, Antinoüs ed Épithalame, i primi due di uno stile classico irreprensibile, gli altri due di puro erotismo.Afferma “Tutta la mia vita ruota attorno al mio lavoro, per quanto buono o cattivo possa essere. Tutto il resto nell’esistenza ha un interesse secondario per me”.

Fu solo nel 1927, undici anni dopo la morte di Mario de Sá-Carneiro, che Fernando Pessoa fu inserito in un gruppo di scrittori allora sconosciuti ma poi illustri (José Régio, Joao Gaspar Simoes, Adolfo Casais Monteiro, ecc.) che pubblicano a Coimbra la rivista Presença, cartina di tornasole di una generazione ipersensibile.

A questo gruppo appartiene un francese, Pierre Hourcade, che nel 1930 firmò un incontro con Fernando Pessoa, annunciando molte altre testimonianze. Il poeta, confortato dal fervore dei suoi colleghi più giovani, staccò dalla sua considerevole produzione poetica il materiale per un piccolo libro, Messaggio (1934), l’unico delle sue raccolte che vide stampato. Contiene accenti e immagini iniziatiche, innestati sulla tradizione rosacrociana.

Gli ultimi anni di Fernando Pessoa

Fernando Pessoa non sopravvisse a lungo a questo semi-fallimento: stremato dagli eccessi della sua interiorità, dall’influenza cronica, dagli attacchi nevrastenici e anche dall’alcol degli ultimi mesi, morì il 30 novembre 1935 all’ospedale francese di Lisbona, all’età di 47 anni.

Tomba di Fernando Pessoa a Lisbona
Tomba di Fernando Pessoa a Lisbona

La sua vita reale ha quindi inizio. Il grande baule rustico dove conservava i suoi manoscritti continua a vomitare i suoi tesori: una dozzina di raccolte di poesie, raccolte in un volume, Opere poetiche (Rio de Janeiro, 1972), e numerosi libri di prosa: corrispondenza, saggi critici, pagine di estetica e filosofia, note intime, ecc., di cui una scelta è pubblicata in Opere in prosa (Rio de Janeiro, 1974). 

Fernando Pessoa diventa allora una gloria internazionale: a lui sono dedicati conferenze e seminari, è tradotto nella maggior parte delle lingue. Divennero celebri i suoi tre maggiori eteronimi (gliene vengono attribuiti in tutto quindici): Alberto Caeiro, saggio che vive in campagna, autodidatta sensuale, agnostico chiaroveggente e amico dell’ovvio; Ricardo Reis, umanista pagano, discepolo di Orazio e Anacreonte, arcaico nella forma ed epicureo nel pensiero; Alvaro de Campos, ingegnere che vive nel mondo anglosassone, campione di velocità, motori, introspezione e amara contemplazione dell’assurdo.

Dove si firma con il suo vero nome, Fernando Pessoa è una rete di contraddizioni: ermetico ma chiaro, serio, piacevole, sarcastico, tenero, umoristico, eloquente, delicato, cinico, passionale, distaccato, raffinato. E’ tutto questo allo stesso tempo.

Fernando Pessoa ha qualcosa simile ad un atomo in sé. É il disintegratore dell’ “io” che si ricostituisce in molteplici frammenti.

#albertoricardoealvaro

#atomicwriter

“fernando pessoa in english”

Please follow and like us:
Pin Share

Rispondi