
L’architetto catalano Antoni Gaudí i Cornet è famoso in tutto il mondo per il suo immenso talento e per l’incredibile contributo dato al modernismo. Questo geniale artista ha inventato un linguaggio architettonico unico, personale e inedito, molto difficile da qualificare.
Oggi, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 10 giugno 1926, vi raccontiamo la sua vita, gli studi e l’influenza sull’architettura contemporanea.
Infanzia di Antoni Gaudí
Secondo alcuni biografi, Antoni Gaudí sarebbe nato a Reus nel 1852, mentre altri assegnano i natali a Riudoms, un villaggio vicino a Reus dove i suoi genitori trascorrevano l’estate. E’ nel laboratorio di famiglia, aiutando il padre e il nonno, che il giovane Gaudí impara a dominare lo spazio e i volumi. Fin da giovanissimo, Gaudì dimostra una grande capacità di progettare gli spazi e trasformare i materiali, una qualità che lo renderà un genio indiscusso della creazione tridimensionale.
Di salute delicata nella sua giovinezza, dovette soggiornare per lunghi periodi nella casa dei Riudoms dove trascorreva ore ed ore contemplando e memorizzando tutti i segreti della natura che considerava opera suprema del Creatore. Un po’ come accadde a John Keats per la poesia.
Di conseguenza, per Gaudí, l’essenza e il significato stesso dell’architettura dovevano ispirarsi ai modelli offerti dalla natura nel rispetto delle sue leggi. Non si trattava di copiarlo ma di seguirne il corso attraverso un processo di cooperazione e, in questo contesto, di rendere la sua architettura la più bella, la più durevole e la più efficiente possibile.
A tal proposito, Gaudí stesso ha affermato: “L’originalità consiste nel tornare alle origini. “
Studi e stile architettonico
Nel 1870 Antoni Gaudì si trasferì a Barcellona per studiare architettura mentre lavorava per pagarsi gli studi. Lo studente Gaudí era piuttosto erratico, ma mostrava già segni di genio che presto aprirono le porte alla collaborazione con alcuni dei suoi insegnanti. Quando, nel 1878, terminò gli studi alla Scuola di Architettura, il direttore, Elies Rogent, dichiarò:
“Non so ancora se abbiamo dato questa laurea a un pazzo o a un genio, il futuro ce lo dirà. “
Dopo la laurea, Gaudí si mise a lavorare in proprio e fondò il suo studio in rue del Call a Barcellona, dove ha iniziato con grande entusiasmo a produrre quella che sarebbe diventata un’opera architettonica molto originale, gran parte della quale oggi fa parte del patrimonio dell’umanità.
Ma fu nel 1878 che ebbe luogo uno degli incontri più produttivi della storia, sia in termini di amicizia che di mecenatismo, quello con Eusebi Güell. Fin dall’inizio il rapporto tra Güell e Gaudì andò ben oltre il semplice rapporto cliente-architetto e ben presto si trasformò in una reciproca ammirazione scandita da passioni condivise. In questo modo Gaudì ebbe la possibilità di poter sviluppare tutte le sue qualità artistiche.
Già dalla sua prima commissione, la Casa Vicens che iniziò nel 1883, Gaudì iniziò ad evolvere il suo metodo di lavoro organico, dove un elemento sarebbe confluito in quello successivo senza una totale aderenza ad un progetto prestabilito. Fin dall’inizio utilizzò una mistura di piastrelle di ceramica e pietre economiche e calcinacci per decorare le superfici. In seguitò usò anche pezzi di ceramica rotta come mosaici.
Al di là del suo rapporto con Güell, Gaudí venne incaricato di una grande quantità di lavoro e ideò così numerosi progetti. Fortunatamente per noi, molti di questi hanno visto la luce mentre altri sono rimasti, purtroppo, nel cassetto dell’artista.
Durante il periodo della maturità dell’architetto, si susseguirono le opere principali: la torre Bellesguard, il Parco Güell, il restauro della Cattedrale di Maiorca, la chiesa di Colonia Güell, la Casa Batlló, La Pedrera e infine la Sagrada Familia.
Parc Guell di Antonì Gaudi – 2008
La Sagrada Familia
Tra le opere emblematiche di Antoni Gaudi, non possiamo non riconoscere la Sagrada Familia, uno dei monumenti più visitati della Spagna. E che si può finalmente visitare di nuovo: Sagrada Família – Official ticket vendors – Sagrada Familia.
La costruzione del tempio iniziò nel 1882, ma Antoni Gaudi non riuscì mai a completare il monumento, dedicandogli anche gli ultimi quindici anni della sua vita.
Inoltre, la basilica è interamente finanziata dall’elemosina dei fedeli e quindi ci è voluto non poco tempo per raccogliere i fondi necessari per le varie fasi della costruzione. Oggi la situazione finanziaria del monumento è molto cambiata, grazie in particolare alla classificazione come “Patrimonio dell’umanità” da parte dell’Unesco, sia della cripta che della facciata della Natività.
Gaudì voleva rendere la Sagrada Familia il monumento più alto di Barcellona e ha dovuto proporre innovazioni architettoniche per raggiungere questo obiettivo. Interamente immaginata dal nostro protagonista di oggi, la basilica è un’opera a parte a metà tra il mondo religioso e il mondo dei sogni.
Personalmente è uno dei luoghi religiosi che mi ha colpito di più, la visita è stata come entrare in un caleidoscopio di colori.
Sagrada Familia di Antonì Gaudi – 2008
Gli ultimi anni
Stranamente, mentre era all’apice del suo genio architettonico, la personalità di Gaudí iniziò gradualmente a cambiare. Abbandonò la giovinezza di dandy dai gusti raffinati, amante del teatro e dei concerti, per allontanarsi dalla vita mondana, accontentarsi di pasti frugali e perfino trascurare il proprio aspetto fisico. In questo sembra assomigliare ad un altro artista, Edward Gorey, anch’egli schivo e riservatissimo.
Piano piano Gaudì si avvicinò sempre più alla religione e al misticismo.
La morte
Morì il 10 giugno 1926, travolto da un tram mentre percorreva, come ogni sera, la strada che congiunge la chiesa di Sant Felip Neri e la Sagrada Familia. Dopo essere stato colpito, svenne e nessuno sospettava che questo vecchio senza documenti e dall’aspetto piuttosto trascurato fosse il famoso architetto Antoni Gaudì.
Non possiamo non ricordare un’altra grande artista la cui vita é stata segnata da un tram: Frida Kahlo. La pittrice allora diciottenne tornava da scuola a bordo di un autobus che venne investito da un tram. L’autobus finì schiacciato contro il muro e Frida rischiò la vita; le ripercussioni di quell’incidente la segnarono dolorosamente per tutta la vita.
Gaudì fu trasportato all’Hospital de la Santa Cruz dove fu poi riconosciuto dal parroco della Sagrada Familia. Il funerale ebbe luogo due giorni dopo proprio nella “sua” Sagrada Familia. Gran parte della popolazione di Barcellona scese in strada per rendere un ultimo omaggio al famoso Gaudí, “l’architetto della città”.
Cosa ci ha lasciato Antoni Gaudì?
Dopo la sua morte, le opere di Gaudí subirono un periodo di abbandono, perché considerate eccessivamente fantasiose. Nel 1936, durante la guerra civile spagnola, il laboratorio di Gaudí nella Sagrada Família fu saccheggiato e molti dei suoi documenti, progetti e modelli in scala furono distrutti.
La reputazione di Gaudí iniziò a riprendersi negli anni ’50, quando il suo lavoro fu sostenuto non solo da Salvador Dalí ma anche dall’architetto Josep Lluís Sert. Nel 1952, anno del centenario della nascita dell’architetto, fu fondata l’Asociación de Amigos de Gaudí (Associazione degli amici di Gaudí) con lo scopo di divulgare e conservare la sua eredità.
Qualche anno dopo cominciarono le prime retrospettive sulle sue opere. Dal 1960 circa il lavoro di Gaudí ottenne un ampio apprezzamento internazionale nel campo dell’architettura e del design, culminato nell’elenco del 1984 delle sue opere chiave come siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Le opere sono ben sette. Sono Parco Güell, Palazzo Güell, Casa Milà, Casa Batlló, la cripta della Colonia Güell, la Casa Vicens e la facciata e la cripta della Sagrada Família.
Lo stile di Gaudí ha successivamente influenzato architetti e artisti contemporanei come Niki de Saint Phalle, Santiago Calatrava, Norman Foster e Hundertwasser.
La sua influenza si è rivelata così forte che ogni anno, dal 2013, il 10 giugno, giorno appunto della morte di Gaudí, si celebra la Giornata mondiale dell’Art Nouveau. E noi ci uniamo a queste celebrazioni.
Omaggiamo oggi, oltre l’artista, l’ampiezza delle sue abilità (falegnameria, ferro battuto, ceramica e vetreria), ed un eccezionale intuito e talento per l’osservazione, ispirato dalla grandiosità della natura.
Dopotutto, come diceva Dante Alighieri (e credo sia molto azzeccata questa affermazione) : La Natura è l’arte di Dio.
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