Giacomo Casanova è uno sfigato

Giacomo Casanova by Zoa Studio
Giacomo Casanova by Zoa Studio

Oggi, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, vi raccontiamo la storia di Giacomo Casanova. Casanova, come ben sappiamo, è un eponimo per “essere un Don Giovanni” (per usare un altro eponimo), uno sciupafemmine, un uomo che ha avuto tante, tantissime donne.

Ma, come dice il titolo, Giacomo Casanova realmente era sfigato, si innamorava davvero e soffriva come un cane. Visse un numero incredibile di vicissitudini. La sua storia è singolare, rocambolesca, particolare e molto Veneziana, ecco perché vogliamo raccontarvela.

E questi stessi motivi hanno portato tanti, oltre a noi, a narrarla.

Infanzia e gioventù di Giacomo Casanova

Giacomo Casanova nasce a Venezia il 2 aprile 1725 in una delle case che si trovano in Calle Malipiero (vicino a Palazzo Grassi): una lastra di marmo al giorno d’oggi, ne ricorda l’evento. In questa calle, dove è nato, è da poco stato inaugurato il museo dedicatogli: una esposizione interattiva: https://www.facebook.com/casanovamuseum

Compie i suoi primi studi a Padova, mentre i suoi antenati affermavano di provenire dalla Spagna e dalla casa di Palafox. Ma, ben lontano da questa illustre origine, suo padre  fu prima ballerino, poi attore, e sposò la figlia di un calzolaio.  Giacomo era il maggiore dei suoi figli.

I suoi progressi all’Università di Padova furono abbastanza rapidi nella lingua latina; studiò anche giurisprudenza e a sedici anni scrisse due saggi. Il patriarca di Venezia, al quale Giacomo fu presentato, lo ammise alla strada verso il clero. 

Le precoci doti di Casanova e i piaceri della sua mente gli diedero accesso alle prime società di Venezia, dove regnava allora un tono frivolo e raffinato. Ben presto la vivacità delle sue passioni e l’ardore del suo carattere lo condussero in molte avventure. Una serie di scandali e diversi intrighi amorosi lo fecero cacciare dal seminario, e subì anche la prigionia a Fort Saint-André.

Ma sua madre, allora attrice a Varsavia, per mezzo di potenti protezioni, finì per aprirgli la carriera ecclesiastica. 

Targa dedicata a Giacomo Casanova in Calle Malipiero a Venezia
Targa dedicata a Giacomo Casanova in Calle Malipiero a Venezia

I primi viaggi e le prime sventure

Giacomo Casanova, dopo un viaggio in Abruzzo, trovò posto a Roma presso il cardinale Acquaviva, che lo mise in contatto con papa Benedetto XIV e con la società più brillante di Roma. Si apriva un’ottima prospettiva davanti a lui; ma nuovi intrighi gli fecero perdere il lavoro.

Vagava, insieme un’attrice. Qui già dipende da una donna, si capisce da dove nasce un po’ la nomea di “sfigato”! Essendo poi l’Italia teatro di guerra, Casanova cadde in un corpo d’armata spagnolo, poi in un corpo austriaco, da cui scampò entrando in servizio a Venezia. Andò prima come ufficiale di fanteria di stanza a Corfù, e in licenza fece un viaggio a Costantinopoli; lì entrò in contatto con il famoso conte di Bonneval.

Scaduto il congedo, tornò a Corfù e, dopo varie avventure, tornò a Venezia e lasciò il servizio militare.

Appena diciottenne, Casanova aveva visto Roma, Napoli, Corfù, Costantinopoli; ed era già stato di volta in volta studente, medico, pubblicista, predicatore, seminarista, abate, diplomatico, soldato e uomo di fortuna.  Iniziò presto la scuola della sventura per Casanova. Divenne un artista in difficoltà e suonò anche il violino al teatro di Venezia.

Avendo salvato accidentalmente la vita al senatore Bragadin, della setta cabalistica, divenne il suo favorito. E, lusingando la sua mania, si finse iniziato alle scienze occulte. Il senatore lo adottò come figlio e lo rese suo amico e suo oracolo. Ma, per colpa di nuove deviazioni, Casanova fu nuovamente costretto a lasciare Venezia. Si recò quindi a Milano, Mantova, Cesena, Parma e Ginevra.

Ritornato a Venezia, sotto il protettore del senatore Bragadin, che lo considerava un prescelto dal cielo, vi trascorreva il suo tempo nei piaceri e nel gioco.

La rinascita e la ricaduta di Giacomo Casanova

Senza un piano definitivo, fece il suo primo viaggio a Parigi, dove inizialmente soggiornò per qualche tempo. Ha descritto la società di questa città in quel momento storico, un quadro molto vivo e molto curioso nelle sue memorie intitolate: Storia della mia vita.

Tornato a Venezia, Casanova riprende il suo “stile di vita” lì; ma, denunciato segretamente, fu rinchiuso nel 1755 nel famoso carcere dei Piombi, da dove, dopo una detenzione piena di incidenti, scappò con ammirevole audacia e presenza di spirito. Qui inizia un nuovo periodo della sua vita.

Nel 1757 si recò nuovamente a Parigi e fu subito in contatto con il cardinale de Bernis che aveva conosciuto a Venezia. Frequentò anche l’alta società, ed entrò negli affari politici. Dopo un soggiorno abbastanza lungo in Francia, andò in Svizzera. Lì conobbe Voltaire e il famoso Haller.

Dalla Svizzera, attraversando la Savoia, andò via Grenoble ad Avignone, Marsiglia, Tolone e Nizza, per poi tornare a Parigi via Firenze, Bologna e Torino. Fu a Firenze che conobbe Suvorov, la cui fama era ancora in crescita; il suo rapporto con questo famoso guerriero e comandante non è privo di interesse.

La sventura di Giacomo Casanova è che non poteva stabilirsi da nessuna parte, essendo un fuggitivo. Visse a volte a Parigi, a volte nel sud della Francia e in Germania, poi in Svizzera e Lombardia, finché sembrò voler prendere soggiorno a Londra, dove iniziò una brillante carriera, ma che si concluderà in modo deplorevole.

Vagando per l’Europa

Per prima cosa Casanova scelse la Germania settentrionale come suo nuovo asilo, che divenne anche teatro delle sue avventure. I suoi legami in Prussia con il conte di Schwerin gli diedero l’opportunità di essere presentato al grande Federico. A Berlino strinse una forte amicizia con Calsiabigi, lo stesso che istituì le lotterie in Prussia. Quando si parlò di nominarlo insegnante alla Cadet House, lasciò improvvisamente Berlino, andò a Riga e a San Pietroburgo.

Lì ha avuto diverse udienze con l’imperatrice Caterina. Andò a Varsavia con grandi speranze per il suo futuro; ma la sua fortuna in Polonia fu persa in seguito al suo famoso duello con il nobile polacco Branicki. Da Varsavia arrivò a Dresda, e da lì, via Praga, a Vienna; ma gli fu proibito di restare lì.

Si diresse a Monaco e Augusta, poi ad Aix-la-Chapelle; si recò poi nelle acque di Spa, dove si riuniva la più alta società d’Europa. Da Spa tornò a Parigi ma fu costretto ad andare a Madrid, che divenne poi la meta dei suoi viaggi; lì si trovò in una relazione molto curiosa con Mengs, il conte di Aranda, il duca di Medina-Coeli e Olavide.

Rientrato in Francia via Barcellona e Montpellier, trascorse qualche tempo ad Aix-en-Provence; Fu lì che conobbe particolarmente il marchese d’Argens e il famoso Cagliostro, uomo del suo stesso calibro. Casanova lasciò Aix per tornare a Roma e Napoli; le sue consuete relazioni amorose resero molto piacevole il soggiorno in queste due città fino alla partenza per Venezia, sua città natale.

Il rientro a Venezia e gli ultimi anni

Per entrare nelle grazie del governo veneziano, scrisse la confutazione dell’opera di Amelot de la Houssaye sulla costituzione di Venezia; e infatti fu in qualche modo riabilitato in patria nel 1774, dopo aver trascorso diciotto anni in viaggio.

Casanova affermò di aver reso da allora importanti servizi alla Repubblica di Venezia; erano senza dubbio servizi segreti. Dopo un breve soggiorno a Venezia, tornò a Parigi nel 1782.

Ed è con il collegamento di quest’ultimo soggiorno in Francia che si chiude il manoscritto delle sue Memorie. Un giorno, cenando a Parigi con l’Ambasciatore di Venezia, incontrò il Conte Waldstein. Si parlava di scienze occulte e alchimia che Casanova conosceva a fondo; Il conte Waldstein era stupito della sua profonda conoscenza, che apparteneva solo ai più iniziati.  Mi sa che Casanova è un antenato di Jimmy Page o Aleisteir Crowley!

Ad ogni modo Waldstein propose subito a Casanova di andare a vivere nella sua terra in Boemia, per lavorarci insieme. Casanova, che voleva solo riposo e tranquillità, accettò. 

Prese la direzione della biblioteca del conte Waldstein al castello di Dux, e dedicandosi alla letteratura si occupò della stesura delle sue Memorie.

Giacomo Casanova morì il 4 giugno 1798. Si suppone che la salma fosse stata sepolta nella chiesetta di Santa Barbara, nei pressi del castello di Dux. Ma riguardo al problema dell’identificazione corretta del luogo di sepoltura di Giacomo Casanova, e anche della data di morte certa, le notizie sono comunque piuttosto vaghe. Non ci sono, allo stato, che ipotesi non correttamente documentate.

Il lascito di Giacomo Casanova

Giacomo Casanova in vita non ebbe fortuna come letterato, nonostante le numerosissime opere…avevamo detto che era sfigato! Ebbe successo dopo la sua morte, in particolare con le già menzionate Memorie.

A partire dagli inizi del 900 però la sua immagine fu ristabilita e la sua rocambolesca vita utilizzata come materiale per film, telefilm, opere musicali e, addirittura, videogiochi!

Film su Giacomo Casanova ne abbiamo più di due dozzine, a partire dal 1918, passando a “Il Casanova di Federico Fellini” del 1976 fino all’Hollywoodiano Casanova del 2005 Heath Ledger, Jeremy Irons, Lena Olin, Sienna Miller e alcuni amici che facevano le comparse (lo hanno girato a Venezia).

Nello stesso anno, 2005, esce anche un telefilm su Casanova in Regno Unito, mostrando quanto questa figura abbia influenzato la cultura popolare, non solo italiana.

Come dicevamo prima, è stato realizzato anche un videogioco sul nostro protagonista di oggi. Casanova: il duello della rosa neraavventura grafica del 2001, fu sviluppato dalla compagnia slovena Arxel Tribe e pubblicato dalla Wanadoo Edition per Microsoft Windows.

Negli ultimi anni sono state anche organizzate alcune mostre per raccontare “il mondo di Casanova”, come abbiamo provato a fare oggi.

Conclusione

E’ cosa nota che Giacomo Casanova sia famoso soprattutto per le sue avventure galanti che occupano un posto di rilievo nella sua memorie: più di un centinaio di donne sono citate come “conquiste”. Però, per comprendere appieno il titolo, non dobbiamo dimenticare che questi amori furono l’origine di infinite felicità e disgrazie. Lo spirito avventuriero di Casanova gli faceva però dire che

se i piaceri sono fugaci, lo sono anche i dolori.

I 73 anni della sua esistenza raccontati da questo grande libertino sono ricchi di avventure, aneddoti e dettagli che hanno dipinto, con grande maestria, la società dell’epoca.

Vi lasciamo con un’altra citazione di Casanova, non a tema amoroso. Una riflessione sulla vita:

Gli avvenimenti più importanti della nostra vita sono indipendenti dalla nostra volontà. Siamo solo atomi pensanti che vanno dove li spinge il vento.

E, dalle sue memorie, sappiamo che i suoi atomi si sono posati in numerosi Paesi…e in altri luoghi!

#gonewiththewind

#alifeofpleasure

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