Oggi vi raccontiamo, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, la storia della pittrice Tamara de Lempicka.
Vi narreremo di un’artista capace di vivere alcuni tra i più straordinari cambiamenti nella società europea, sia politicamente che socialmente negli anni 20, ma parleremo soprattutto di una donna capace di stabilire una delle carriere artistiche più famose di quel periodo.
I primi anni
Tamara de Lempicka nacque a Varsavia, il 16 maggio 1898. Secondo alcune teorie, l’artista nacque tuttavia a Mosca. Il suo vero nome era Maria Gorski, ed era figlia di una famiglia borghese.
Dopo il divorzio dei genitori, avvenuto durante l’adolescenza di Maria, la sua ricca nonna si prese cura di lei, viziandola non poco. Ad esempio, nel 1911, mentre trascorreva l’inverno con la nonna in Italia e in Costa Azzurra, la giovane Maria venne esposta all’arte dei maestri italiani.
All’età di 14 anni Maria frequentava la scuola a Losanna. Poco dopo andò in vacanza a San Pietroburgo con sua zia Stephanie, il cui marito, un banchiere milionario, fece decorare la loro casa dalla famosa ditta francese Maison Jansen. Tutta questa agiatezza diede alla ragazza un’idea di come avrebbe voluto vivere la sua vita. Scusate la superficialità, ma come darle torto?
Subito dopo che la Russia e la Germania dichiararono guerra nel 1914, Maria si innamorò dello scapolo più bello di Varsavia, un avvocato di nome Taduesz Lempicki. Due anni dopo si sposarono e iniziarono a vivere a San Pietroburgo. Lo zio banchiere di Maria aveva fornito la dote e Lempicki, che non aveva soldi suoi, fu felice di sposare questa bellissima ragazza di 16 anni. I due ebbero anche una figlia, Maria Krystyna, nota anche come Kizette.
Un anno dopo, Taduesz fu arrestato dai bolscevichi e Tamara sfidò la Rivoluzione D’Ottobre per liberarlo, usando la sua bellezza per incantare i favori dei funzionari necessari, come una sorta di Mata Hari, sua contemporanea. La coppia quindi viaggiò per l’Europa prima di stabilirsi a Parigi, dove Maria diventò Tamara de Lempicka.
Tamara de Lempicka a Parigi
A Parigi Tamara frequentò l’Académie de la Grande Chaumière a Montparnasse dove prese lezioni dapprima con Maurice Denis e poi con André Lhote, che la influenzò di più.
Allo stesso tempo, la scena artistica parigina le offrì l’opportunità di entrare in contatto con l’alta borghesia, nella quale si affermò per il suo talento e lo stile. Tuttavia, fino al 1925, Tamara finse di essere un artista maschio utilizzando la forma maschile del suo cognome per firmare i suoi dipinti. Nel 1925 ci fu anche la sua prima personale, a Milano.
Divenne famosa proprio con i ritratti di membri dell’alta borghesia e anche con disegni di nudo che erano all’altezza dei desideri erotici di quei giorni, dipinti in un caratteristico stile Art Déco. Il Déco raccontava di una Parigi esotica, sexy e affascinante che incarnava lo stile di vita e di pittura di Tamara. Tra le due guerre dipinse ritratti di scrittori, intrattenitori, artisti, scienziati, industriali e molti nobili in esilio dell’Europa orientale.
Sua figlia, la sopranominata Kizette de Lempica-Foxhall, scrisse nella biografia sulla madre Tamara, chiamata Passion By Design: “Li ha dipinti tutti, i ricchi, i successi, i famosi, i migliori. Il lavoro le ha portato il plauso della critica, celebrità sociale e notevole ricchezza”
Tamara de Lempicka goes to Hollywood
La carriera di Tamara de Lempicka raggiunse l’apice negli anni 30, ma il suo matrimonio ne risentì e divorziò dal marito. Ben presto però sposò il barone ungherese Kuffner. I suoi dipinti iniziarono a cambiare, diventando sempre più decorativi, perdendo la loro tensione erotica.
Alla minaccia di una seconda guerra mondiale, Tamara e il suo secondo marito si trasferirono in America, a Beverly Hills, dove diventò “l’artista preferita delle star di Hollywood”. La sua storia ci ricorda vagamente quella di Ayn Rand, che cambiò nome e vita una volta arrivata negli Stati Uniti e che, come la protagonista di oggi, venne proprio dall’Europa dell’Est.
Qualche anno più tardi, nel 1943, il barone e Tamara si trasferirono a New York City, in uno splendido appartamento al 322 East 57th Street.
A New York, Tamara continuò a dipingere nel vecchio stile per un altro anno o due.
Parigi e USA: Parte Seconda
Finita la guerra, Tamara riuscì a riaprire il suo famoso studio parigino in Rue Mechain, ridecorato in stile rococò. Tuttavia, dopo la morte del barone nel 1962, l’artista si trasferì a Houston per stare vicino a sua figlia Kizette.
Il suo stile pittorico cambiò nuovamente: infatti iniziò a dipingere con una spatola, molto in voga all’epoca. La Iolas Gallery di New York espose i suoi dipinti più recenti, ma i critici erano indifferenti, non c’erano molti acquirenti e Tamara promise a sé stessa di non esporre mai più.
Nonostante il suo lavoro fosse ignorato, comunque Tamara continuò a dipingere, conservando le sue tele, nuove e vecchie, in una soffitta e in un magazzino. Nel 1966, il Musee des Arts Decoratifs organizzò una mostra commemorativa a Parigi chiamata “Les Annees ‚25“. Il successo di questa mostra generò il primo serio interesse del pubblico per l’Art Déco.
Questo ispirò un giovane di nome Alain Blondel ad aprire la Galerie du Luxembourg e lanciare una grande retrospettiva di Tamara de Lempicka.
Questa retrospettiva avrebbe dovuto essere essere seguita da un’altra mostra alla Knoedler Gallery di New York City. Ma la leggenda narra che Tamara fece troppe richieste su come sarebbe stata allestita la mostra, e il curatore della Knoedler se ne andò.
E infine in Messico
Nel 1978 Tamara si trasferì definitivamente in Messico, dopo aver compiuto alcuni viaggi in precedenza, e lì acquistò una bella casa a Cuernavaca chiamata Tres Bambus, costruita da un architetto giapponese in un quartiere chic. Questa casa è molto diversa da quella che si era costruita Niki de Saint Phalle, vi ricordate il Giardino dei Tarocchi ?(che, tra l’altro, fu iniziato proprio nel periodo in cui Tamara de Lempicka si traferì in Messico).
La Lempicka, negli ultimi anni della sua vita, aveva una enorme paura di invecchiare e, tra le varie consolazioni possibili, cercò la compagnia dei giovani. Pianse molto per la perdita della sua bellezza e, per questo, fu irascibile fino alla fine dei suoi giorni. Noi le consiglieremmo il trattamento al bagno di sangue della Contessa Dracula Elizabeth Bathory, forse avrebbe fatto al caso suo!
Tamara de Lempicka morì nel sonno il 18 marzo 1980 con la figlia Kizette al suo fianco. Il suo desiderio di essere cremata e di far spargere le sue ceneri sulla cima del vulcano Popocatepetl fu esaudito.

Cosa ci lascia Tamara de Lempicka?
Oltre ad un grattacapo sulla pronuncia del suo nome (si legge Lempizca, by the way), Tamara de Lempicka lascia un enorme contributo al mondo dell’arte.
Come accade praticamente sempre per gli artisti, dopo la morte della Lempicka, i suoi primi dipinti in stile Art Déco furono nuovamente mostrati e acquistati.
Uno spettacolo teatrale, Tamara, fu ispirato dal suo incontro con Gabriele D’Annunzio e venne messo in scena per la prima volta a Toronto, poi a Los Angeles per undici anni (1984-1995) presso l’Hollywood American Legion Post 43, diventando così la commedia più longeva della città californiana.
Nel 2005, l’attrice e artista Kara Wilson interpretò Deco Diva, un’opera teatrale basata sulla vita della Lempicka. In aggiunta, la sua vita e il suo rapporto con uno dei suoi modelli furono romanzati nel romanzo di Ellis Avery The Last Nude, che ha vinto l’American Library Association Stonewall Book Awards Barbara Gittings Literature Award nel 2013.
Il contributo della popstar Madonnna
Curiosamente, dobbiamo però ringraziare per la riscoperta della Lempicka, oltre ai numerosi artisti da lei ispirati, soprattutto la popstar Madonna, che è la principale collezionista delle sue opere.
La cantante americana, infatti, affascinata dalla biografia della pittrice, è divenuta una delle principali collezioniste delle opere della nostra protagonista di oggi e ne ha prestate alcune a musei e per l’organizzazione di eventi. Ciò ha contribuito nei recenti anni alla riscoperta e alla rivalutazione della Lempicka.
Madonna, in aggiunta, ha presentato le opere della Lempicka nei video musicali di alcuni dei suoi grandi successi, ad esempio in Open Your Heart, Express Yourself , Vogue e Drowned World/Substitute for Love, così come durante il Who’s That Girl Tour del 1987 e il Blond Ambition World Tour del 1990.
Tra gli altri collezionisti delle opere della Lempicka troviamo l’attore Jack Nicholson, l’attrice e cantante Barbra Streisand e gli stilisti Dolce e Gabbana.
Come la scorsa settimana, quando abbiamo parlato di Lorenzo da Ponte, concludiamo con una citazione di Tamara de Lempicka, una donna forte, decisa, dichiaratamente bisessuale, un’icona per il femminismo, che “visse in profondità e succhiò il midollo della vita”
Ho dipinto re e prostitute, … Non dipingo persone perché sono famose. Dipingo chi mi ispira e mi fa vibrare
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