
Oggi, nell’anniversario della scomparsa della scrittrice e filosofa Ayn Rand, cercheremo di rispondere ad alcune domande, una delle quali si pose la stessa Rand nella Prefazione a The New Intellectual.
Spesso mi viene chiesto se sono principalmente una romanziera o una filosofa. La risposta è: entrambi. In un certo senso, ogni romanziere è un filosofo, perché non si può presentare un’immagine dell’esistenza umana senza una cornice filosofica. . . . Per definire, spiegare e presentare il mio concetto di uomo, ho dovuto diventare filosofo nel significato specifico del termine.
I romanzi di Ayn Rand che promuovevano l’individualismo e il capitalismo libero, ebbero molto successo tra generazioni di giovani negli Stati Uniti dalla metà del XX secolo, e non solo. Approfondiamo insieme la figura di questa donna e del suo pensiero, denominato Oggettivismo.
Da Alissa Rosenbaum a Ayn Rand
Il 2 febbraio 1905, a San Pietroburgo, nacque Alissa Zinovievna Rosenbaum. La maggiore di tre figli, Alissa fu istruita a casa e poi in una scuola progressista, dove eccelleva a livello accademico ma era socialmente isolata (sembra la versione femminile di Sheldon Cooper di The Big Bang Theory a dirla tutta).
Ad ogni modo, dopo la Rivoluzione Russa del 1917, il negozio di suo padre fu confiscato dalle autorità comuniste, un evento che la segnerà molto e che ricorrerà nella sua produzione. All’università statale di Leningrado, Alissa studiò storia e le opere di Platone e Aristotele. Dopo il diploma nel 1924, si iscrisse all’Istituto statale di cinematografia, sperando di diventare sceneggiatrice.
Qualche tempo dopo le arrivò una lettera che le cambiò la vita. Alcuni cugini residenti a Chicago le diedero l’opportunità di lasciare la Russia per andare negli Stati Uniti, con il pretesto di acquisire competenze che avrebbe potuto applicare nell’industria cinematografica sovietica.
Una volta giunta negli USA nel 1926, Alissa cambiò ufficialmente il suo nome in Ayn Rand. Dopo i primi sei mesi a Chicago, Ayn Rand si recò nella capitale dell’industria cinematografica: Hollywood. Questo luogo fu di buon auspicio perché un incontro fortuito con il produttore Cecil B. DeMille portò Ayn a lavorare come comparsa cinematografica e infine ad ottenere un lavoro come sceneggiatrice.
Nel 1929 sposò l’attore Frank O’Connor, molto famoso per aver interpretato numerosi film muti e anche altre pellicole, tra cui Quarto Potere di Orson Welles. Due anni dopo, nel 1931, prese la cittadinanza americana. Uno dei primi lavori di Ayn Rand in America fu quello di archivista alla RKO Radio Pictures, Inc., di cui diventò capo-dipartimento nel giro di un anno. E, nel frattempo, la Rand scriveva storie, opere teatrali e scenografie nel suo tempo libero, che presto si tramutarono in opere di successo.
Le opere di Ayn Rand
Nel 1932 Ayn Rand vendette la sua sceneggiatura Red Pawn, un thriller romantico sovietico, agli Universal Studios. Poco dopo completò un’opera ambientata in tribunale chiamata Penthouse Legend, che presentava l’espediente dei membri del pubblico come giuria. Alla fine del 1934, Rand e suo marito si trasferirono a New York City per la sua produzione, ora ribattezzata Night of January 16th, in modo da poter supervisionare la produzione dello spettacolo a Broadway.
Quell’anno scrisse anche Ideal, su una star del cinema egocentrica in fuga dalla legge, prima come romanzo e poi come opera teatrale. Tuttavia, entrambe le versioni furono accantonate. L’opera teatrale non è stata prodotta fino al 1989 e il romanzo non è stato pubblicato fino al 2015.
Il suo primo romanzo pubblicato, We the Living (Noi Vivi, 1936), è una sorta di tragedia romantica in cui il totalitarismo sovietico incarnava i mali intrinseci del collettivismo, che Rand comprendeva come subordinazione degli interessi individuali a quelli dello Stato. Un successivo romanzo, Anthem (Antifona,1938), ritrae una futura distopia collettivista in cui il concetto di sé e persino la parola “io” sono andati perduti.
The Fountainhead
Nel 1937, Ayn Rand iniziò a fare delle ricerche per un nuovo romanzo lavorando per l’architetto newyorkese Ely Jacques Kahn. Il risultato, dopo quasi sette anni di scrittura, fu The Fountainhead (La Fonte Meravigliosa). Nel libro il protagonista, l’architetto Howard Roark, rifiuta di aderire alle convenzioni, arrivando a far saltare in aria una delle sue stesse creazioni, un progetto di edilizia residenziale pubblica che aveva progettato, dopo aver ricevuto delle modifiche contro la sua volontà dai burocrati del governo.
Nonostante le recensioni generalmente negative, il libro ha attirato i lettori attraverso il passaparola e alla fine è diventato un best seller. Rand lo vendette allo studio Warner Bros e scrisse la sceneggiatura del film, uscito nel 1949, con Gary Cooper nel ruolo di Roark.
Atlas Shrugged
Tornata a Los Angeles con O’Connor per lavorare alla sceneggiatura di The Fountainhead, la Rand firmò un contratto per lavorare sei mesi all’anno come sceneggiatrice. Nel 1945 iniziò a buttare giù il suo successivo romanzo, Atlas Shrugged (La rivolta di Atlante), generalmente considerato il suo capolavoro.
Il libro descrive degli ipotetici Stati Uniti sull’orlo del collasso economico dopo anni di malgoverno collettivista, in base al quale cittadini produttivi e creativi vengono sfruttati per avvantaggiare una popolazione immeritevole e incompetente.
L’eroe del libro, John Galt, un fisico e inventore affascinante e estremamente egoista (Sheldon sei tu?), guida una banda di imprenditori e creatori in uno “sciopero” progettato per costringere il governo a rispettare la loro libertà economica. Atlas Shrugged si è distinto per aver reso espliciti i presupposti filosofici alla base di The Fountainhead. In un’appendice di questo volume, la Rand descrisse la sua filosofia sistematica, che lei chiamava oggettivismo, come:
“in sostanza … il concetto dell’uomo come un essere eroico, con la propria felicità come scopo morale della sua vita, con la realizzazione produttiva come la sua più nobile attività e la ragione come suo unico assoluto “.
Sebbene il libro sia stato attaccato da vari critici per la sua percepita immoralità e misantropia e la palese ostilità alla religione, divenne subito un best seller.
Fu particolarmente ben accolto dagli imprenditori, molti dei quali furono colpiti dalla sua giustificazione morale del capitalismo e lieti di pensare alle loro occupazioni come nobili e virtuose. Come The Fountainhead, Atlas Shrugged fece presto presa sui giovani attraverso la sua filosofia accessibile e completa, il suo rifiuto dell’autorità e delle convenzioni tradizionali e il suo invito implicito al lettore a unirsi a questa élite prendendo ad esempio l’eroe della storia.
Il collettivo e il Nathaniel Branden Institute
Dopo aver ricevuto numerose lettere da un giovane ammiratore, Nathan Blumenthal, nel 1950 Ayn Rand accettò di incontrarlo. I due stabilirono subito un buon rapporto, sia con Blumenthal che con la sua ragazza, Barbara Weidman.
L’anno successivo la coppia si trasferì a New York, e presto li seguirono anche Rand e il marito. Lì i Branden, come Nathan e Barbara si facevano chiamare dopo il loro matrimonio nel 1953 (sì, sono gli antesignani dei Brangelina!), presentarono la Rand ai loro amici e parenti, alcuni dei quali in seguito parteciparono a riunioni regolari nell’appartamento della Rand per discutere e per leggere i capitoli appena scritti di Atlas Shrugged.
Il gruppo, che si chiamava Class of ’43 o (ironicamente) Il Collettivo, includeva anche Alan Greenspan, un consulente economico, molto importante nella vita della futura impresa.
Alla fine degli anni ’50, con il permesso di Rand, i Branden crearono un’impresa il cui scopo era insegnare i principi di base dell’oggettivismo ai lettori dei romanzi della Rand.
Il Nathaniel Branden Institute (NBI), come fu successivamente chiamato, offriva corsi di oggettivismo a New York e distribuiva conferenze registrate dai Branden a “centri oggettivisti” in varie altre città. Nel 1962 i Branden e Rand lanciarono la newsletter mensile Objectivist (ribattezzata The Objectivist nel 1966).
Parallelamente, la fama della Rand crebbe rapidamente con le vendite dei suoi romanzi, tanto da portarla a parlare in numerosi college, università e talk-show televisivi. Nel 1961, con la crescita del suo ruolo di intellettuale pubblica, Ayn Rand pubblicò la sua prima opera di saggistica, For the New Intellectual, in gran parte una raccolta di passaggi filosofici della sua narrativa.
Che cos’è l’oggettivismo?
Ayn Rand definisce la sua filosofia “oggettivismo” perché al centro di essa c’è una nuova concezione di oggettività. Tradizionalmente, oggettività ha significato il tentativo di cancellare il conoscitore dall’esistenza, in modo che la coscienza possa rispecchiare o copiare la realtà, non contaminata da qualsiasi elaborazione.
Gli scettici si lamentano quindi della possibilità che l’uomo conosca la realtà, poiché qualsiasi tentativo in tal senso deve fare uso dei suoi sensi e / o della sua facoltà razionale, che si impegnano entrambi nell’elaborazione.
Rand sfida l’intero approccio. La “soddisfazione di ogni esigenza di un organismo vivente“, scrisse, “richiede un atto di elaborazione da parte di quell’organismo, sia esso il bisogno di aria, di cibo o di conoscenza“. L’oggettività consiste in una mente che coglie i fatti attraverso i corretti processi mentali.
Leonard Peikoff, che ha concretizzato in uno scritto la filosofia della Rand, formula il suo punto di vista: “Essere obiettivi nelle proprie attività concettuali significa aderire volontariamente alla realtà seguendo determinate regole di metodo, un metodo basato sui fatti e appropriato alla forma di cognizione dell’uomo“.
Alla fine, l’eroe della Rand è l’uomo dall’intelligenza vivace, indipendente nello stile e nelle scelte di vita, che con tenacia coltiva la propria razionalità alla ricerca della felicità attraverso il lavoro e la vita affettiva, perseguendo un comune obiettivo morale. Questo eroe entrerà in conflitto con gli uomini gretti, colore che limitano il fiorire delle menti indipendenti in nome dei una rigida difesa del collettivismo.
Gli ultimi anni
Nel 1968 Ayn Rand venne a sapere che Blumenthal era coinvolto in una relazione romantica con una donna più giovane. Accusandolo di tradire i principi oggettivisti, e non solo l’amicizia (e la relazione) che la legava a lui e all’amica Barbara, lo privò della sua collaborazione in The Objectivist e gli chiese di cedere il controllo di NBI.
Nel frattempo, lo status di Blumenthal come discepolo preferito di Rand venne assunto dal sopranominato filosofo Leonard Peikoff, un membro originale del Collettivo che avrebbe poi designato come suo erede intellettuale e legale.
Nel 1971 Rand cessò la pubblicazione di The Objectivist e la sostituì con la lettera quindicinale di Ayn Rand, che apparve fino al 1976. Qualche anno dopo, nel 1974 la Rand ebbe dei problemi di salute e fu sottoposta a un intervento chirurgico per cancro ai polmoni.
Anche se si riprese dopo l’intervento, non ebbe più la forza per perseguire nuovi progetti di scrittura su larga scala. Quando morì, il 6 marzo 1982, stava lavorando a un adattamento di Atlas Shrugged per una miniserie televisiva che, alla fine, non venne mai realizzata.
Eredità e influenza di Ayn Rand
Nel 1986 Barbara Branden pubblicò un libro di memorie, La passione di Ayn Rand (da cui è stato tratto un film nel 1999), che ha rivelato la relazione di Rand con Nathan e ha messo in luce dettagli poco lusinghieri dei suoi rapporti con i membri del Collettivo.
Nonostante il conseguente danno alla sua reputazione, i suoi romanzi continuarono a godere di grandi vendite e mantenere un fedele seguito tra conservatori e libertari, inclusi alcuni membri di alto rango dell’amministrazione Ronald Reagan. Negli anni ’90 e 2000 le sue opere hanno indubbiamente contribuito alla crescente popolarità del libertarismo negli Stati Uniti, e dal 2009 è stata una figura iconica nel movimento antigovernativo del Tea Party.
A proposito di Stati Uniti, lo scrittore, musicista ed esoterista statunitense Anton Lavey, fondatore della chiesa di Satana, dichiarò che la sua dottrina fu molto influenzata dagli scritti di Ayn Rand. Addirittura arrivò persino ad affermare che la sua filosofia è uguale a quella di Ayn Rand ma con i rituali Magici.
Parlando invece di musica, il gruppo canadese Rush ha tratto ispirazione dalle opere di Ayn Rand per alcuni dei loro brani, come ad esempio Anthem e 2112. In aggiunta, i 30 Seconds to Mars hanno creato un album basato sulla trilogia della Rand, perché il frontman Jared Leto rimase affascinato dalla filosofia della protagonista di oggi. Lo spiega direttamente Leto in questo tweet.
Genius "@Jane_Roma: @jaredleto I've just finished "Atlas Shrugged" by Ayn Rand for the 3d time. That's really something incredible."
— JARED LETO (@JaredLeto) May 18, 2012
Sarà strano, ma anche questa settimana, come la scorsa (quando abbiamo parlato di Keats) concludiamo l’articolo di oggi parlando…dei Simpson!
Ayn Rand e i Simpson, un forte legame
Infatti nell’episodio Quattro grandi donne e manicure, Lisa Simpson definisce il libro La fonte meravigliosa come “la Bibbia degli svitati”, e sua madre Marge racconta la parodia della storia del romanzo con Maggie nei panni di Maggie Roark (cioè Howard Roark), doppiata da Jodie Foster. Nell’episodio si vede anche un ritratto di Ayn Rand sul retro della copertina.
E ce n’è un’altra sui Simpson, che si dimostrano una fonte di curiosità impareggiabile! La protagonista è ancora una volta Maggie che, in un episodio, viene iscritta ad un asilo nido intitolato ad Ayn Rand, dove viene incoraggiata l’indipendenza dei bambini, finendo a guidare una rivolta per riconquistare i ciucci sottratti dalle maestre.
E, visto che non c’è due senza tre, citiamo ancora i Simpson! Nell’episodio Le incompatibilità elettive viene invece nominato il romanzo La rivolta di Atlante come il libro preferito dai giovani conservatori. Nell’episodio si afferma che i giovani conservatori ogni anno ne leggano un capitolo e diventino così sempre più conservatori.
A mio avviso i Simpson devono essere lodati per quello che fanno. Hanno la capacità di rendere popolare concetti innegabilmente di nicchia e riescono anche a renderli accessibili a quelli che sono zucconi come Homer! Chapeau!
#objectivelygreat
#foodforthoughts
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