
Se, leggendo il titolo, pensaste che Elizabeth Báthory sia in qualche modo legata da parentela al Conte Dracula, sareste in inganno. Non è stata né la moglie, né la figlia o la sorella del Principe delle Tenebre.
Vi accorgerete però che il soprannome Contessa Dracula, o Contessa Sanguinaria, è uno dei più azzeccati di sempre. Una storia curiosa, oscura, soprannaturale e molto horror quella di Elizabeth Báthory …scopritela con noi oggi 21 agosto, nell’anniversario della sua scomparsa.
Chi è Elizabeth Báthory
Infanzia e giovinezza
Erzsébeth Báthory (anglicizzato in Elizabeth) nacque il 7 agosto 1560 in una famiglia della nobiltà protestante in Ungheria. La sua famiglia controllava il territorio della Transilvania e suo zio, Stefan Báthory, era re di Polonia.
Crebbe nel castello di famiglia a Ecséd, in Ungheria. A proposito di famiglia, a causa della consanguineità nei matrimoni avvenuti al suo interno, alcuni dei membri soffrirono di malattie mentali, tra cui epilessia, schizofrenia e altri disturbi. Anche Elizabeth sembrò mostrare segni di squilibrio fin da piccola, passando repentinamente dalla gioia alla collera (forse oggi potremmo parlare di bipolarismo).
All’età di 15 anni, nel 1575, Elizabeth sposò il conte Ferencz Nádasdy, un membro di un’altra potente famiglia ungherese e, successivamente, si trasferì al Castello C̆achtice, dono di nozze della famiglia Nádasdy. Il conte Ferencz faceva parte di un gruppo di spadaccini denominato il Terribile Quintetto. E in effetti di terribile c’erano alcune pratiche particolarmente amate dal conte, tipo torturare i servi cospargendoli di miele e poi lasciandoli legati vicino alle sue arnie.
Nei primi 10 anni di matrimonio Elizabeth non ebbe figli mentre dal 1585 al 1595 ne diede alla luce quattro. Tuttavia sembra che la Báthory ebbe una figlia illegittima intorno ai 18-19 anni, che venne affidata ad un contadino.

La storia della Contessa Dracula
Si racconta che, durante le numerose assenze del marito, Elizabeth Báthory facesse visita ad una zia, per partecipare alle orge organizzate da quest’ultima. Nello stesso periodo entrò in contatto con Dorothea Szentes, un’esperta di magia nera. Dorothea, conosciuta come Dorka, e il suo servo Thorko, introdussero la Báthory ai segreti e alle pratiche della stregoneria.
Dai racconti dell’epoca emerge anche una stanza speciale dentro al castello, costruita da Nádasdy espressamente allo scopo di torturare i suoi servi. Presumibilmente Elizabeth iniziò a usare ella stessa questa stanza, sperimentando sui servi come provocare dolore in diversi modi, spesso affiancata da suo marito, che le insegnava le “vie della tortura”.
Tutto si intensificò notevolmente quando Nádasdy morì nel 1604 dopo aver contratto una misteriosa malattia che lo lasciò debilitato e incapace di camminare. Ciò si sarebbe rivelato sfortunato per i servi perché, sebbene fosse stato un tiranno, in confronto alla moglie era praticamente un santo. Infatti Elizabeth Báthory possedeva una spietata forza malvagia che pulsava dentro di lei e la spingeva a compiere nefandezze.
Le torture
Una delle attività preferite di Elizabeth era costringere i servi ad uscire nella neve nudi in pieno inverno, bagnandoli con acqua fredda e guardandoli congelare come statue di ghiaccio. Oppure posizionava i servi in gabbie chiodate appese al soffitto, li torturava con aghi o con ferri roventi, li cospargeva di miele e liberava api o altri insetti (cosa appresa dal marito). O ancora li colpiva con ferri roventi o tagliava loro le dita. Una volta obbligò una cameriera a spalancare la bocca fino al punto di farla lacerare.
Oltre a tutto ciò, in seguito si disse che anche lei era una potente maga e strega, con l’abilità di lanciare oscure maledizioni.
E, ultimo ma non per importanza, si diceva che tagliasse a pezzi le serve e succhiasse il loro sangue, mordesse e mangiasse brandelli della loro carne, e addirittura svuotasse il loro sangue in una vasca da bagno, convinta che questi “bagni di sangue” fossero la chiave della bellezza eterna. Pare che l’episodio scatenante fosse accaduto un giorno, quando Elizabeth Báthory schiaffeggiò una serva per averla pettinata male. Alla ragazza uscì del sangue dal labbro che schizzò sul volto della contessa. L’amica Dorka le disse che sembrava più giovane grazie a quel sangue, e quell’episodio divenne quindi un rituale di bellezza.
Un rituale che, ad un certo punto, necessitò di donne di più alto lignaggio, perché il sangue delle serve non era di qualità superiore.
Il processo e la condanna
Non si sa fino a che punto tutto ciò sia realmente accaduto nel modo in cui è descritto nella tradizione, ma resta il fatto che le voci sulla crudeltà di Elizabeth Báthory e sulla scomparsa di donne nobili iniziarono ad emergere e a farsi insistenti.
Non passò molto tempo prima che tutto questo attirasse l’attenzione delle autorità, sebbene la posizione sociale e il titolo di Elizabeth la rendessero praticamente intoccabile e al di sopra della legge.
Al cugino di Elizabeth, György Thurzó, conte palatino d’Ungheria, fu ordinato da Matthias, allora re d’Ungheria, di indagare.
Il processo di Elizabeth Báthory diventò di dominio pubblico e vide oltre 300 testimoni e sopravvissuti parlare contro di lei, tessendo una storia di sofferenza e morte che fece rabbrividire la corte. Ovviamente questo divenne un grave scandalo che si intrecciò con il folklore popolare.
Ecco come nacque la Contessa Sanguinaria. La sua leggenda crebbe anche mentre questa veniva processata. Secondo i resoconti dei testimoni oculari, Elizabeth venne ritenuta responsabile della tortura, della mutilazione e della morte di un numero imprecisato di ragazze (tra le 50 e le 650) di età compresa tra i 10 e i 14 anni. Tuttavia il conteggio ufficiale stabilì questo numero a “soli” 80.
Durante il processo, alla Contessa non fu mai permesso di parlare per sé stessa e questo favore non fu concesso a nessun altro. Dopo la tortura e l’interrogatorio, tutti i servitori personali di Elizabeth, tranne uno, furono giustiziati.
Imprigionata a vita, Elizabeth Báthory sopravvisse al giorno del suo arresto solo di quattro anni; morì infatti il 21 agosto 1614, pare suicida. Secondo documenti contemporanei, “fu trovata morta al mattino. Dicono che avesse pregato con diligenza e cantato inni al Signore “.
Curiosamente, il suo corpo scomparve, e nessuno è veramente sicuro di dove sia sepolto.

Il lascito di Elizabeth Báthory
Sebbene non si sappia molto di cose accadde del corpo della Contessa Dracula, possiamo affermare con certezza che non fu dimenticata visto che, come abbiamo detto poco fa, la sua storia si è intrecciata con la leggenda, entrando a far parte del folklore popolare.
Letteratura
Volente o nolente, Elizabeth Báthory rappresenta uno dei serial killer più prolifici della storia e, si sa, questi elementi diventano fonte di ispirazioni per opere artistiche. Come scrive Carlo Lucarelli nel volume Serial Killer, il “serial killer è una metafora, un simbolo, la personificazione di tutto quello che di irrazionale, di primordiale e ferino c’è ancora in noi e nella nostra vita apparentemente così logica e ordinata”.
La storia della Contessa Sanguinaria Elizabeth Báthory è sempre stata considerata come una delle influenze del Dracula di Bram Stoker, tale è il suo oscuro e contorto operato. Molti degli elementi della sua vita e la passione per il crimine sono stati senza dubbio esagerati e manipolati nel tempo per farla sembrare una specie di vampiro.
Addirittura, la contessa Elizabeth è la principale antagonista del romanzo Undead – Gli immortali, scritto da Dacre Stoker e Ian Holt e primo sequel ufficiale del classico Dracula di Bram Stoker.
Dopo quelli degli Stoker, molti volumi sono stati scritti per raccontare la storia della Contessa, sotto vari punti di vista, quello della sadica torturatrice (Elisabeth Bathory. La torturatrice, di Angelo Quattrocchi) o quello di chi ricerca la bellezza eterna (Erzsébet Bàthory – Sangue e Perfezione, di Simona Gervasone).
Nel 1989 esce “Guide de l’Auvergne Mystérieuse” a cura di Annette Lauras-Pourrat. Se leggete la storia (in inglese) vi accorgerete che, sebbene ambientata in un altro secolo rispetto a quello di Elizabeth Báthory, il modus operandi della Contessa protagonista, è molto simile a quello della “nostra” Contessa Dracula.
Più di recente, tra il 1994 e il 1996, la contessa Elizabeth Bathory diventa l’ispirazione storica per l’antagonista letteraria della saga I diari della famiglia Dracula, della scrittrice californiana Jeanne Kalogridis.
Cinema, fumetti e…giochi da tavolo
Anche i film sulla Contessa sono numerosi, mai quanto quelli di Zorro di cui vi abbiamo parlato un paio di settimane fa, ma comunque tanti. Ecco una lista non esaustiva:
- La morte va a braccetto con le vergini (1971) – film diretto da Peter Sasdy con Ingrid Pitt nel ruolo di Erzsébet.
- La vestale di Satana (1971) – film diretto da Harry Kümel con Delphine Seyrig nel ruolo di Erzsébet.
- Le vergini cavalcano la morte (1973) – film diretto da Jorge Grau con Lucia Bosè nel ruolo di Erzsébet.
- Racconti immorali (1974) – film diretto da Walerian Borowczyk con Paloma Picasso nel ruolo di Erzsébet.
- Eternal (2004) – film diretto da Wilhelm Liebenberg e Federico Sanchez con Caroline Néron nel ruolo di Elizabeth.
- Stay Alive (2006) – film diretto da William Brent Bell e scritto con Matthew Peterman; Maria Kalinina nel ruolo di Erzsébet.
- Bathory (2008) – film scritto e diretto da Juraj Jakubisko con Anna Friel nel ruolo di Erzsébet.
- La contessa (2009) – film scritto, diretto e interpretato da Julie Delpy nel ruolo di Erzsébet.
Per quanto riguarda i fumetti invece ricordiamo invece che la mangaka giapponese Riyoko Ikeda si è ispirata ad Elizabeth Báthory per un racconto breve in coda alla sua opera più celebre, Lady Oscar. Si intitola La contessa dagli abiti neri; al termine del racconto l’autrice cita la vicenda originaria della Contessa, a cui si è ispirata.
E infine citiamo i giochi. Ne abbiamo un paio. Il primo è Atmosfear (1991): un gioco da tavolo in cui Elizabeth Bathory è uno dei personaggi di gioco. Il secondo è Diablo II (2000): in una quest la contessa viene murata viva dopo un bagno nel sangue di cento vergini allo scopo di rimanere giovane.
Musica
Se parliamo invece di ispirazioni nel mondo della musica, pensiamo ad esempio alla band black metal svedese Bathory, che si “consacra” alla contessa prendendone il nome e dedicandole non pochi dei propri brani (l’apice è l’album Under the sign of the black mark)
O pensiamo ai Venom, che nel 1982 raccontano le atrocità amate dalla contessa nell’album Black Metal. Oppure ricordiamo l’album degli Slayer World Painted Blood, in cui la canzone Beauty Through Order si incentra proprio sulla contessa vampira.
O ancora ai Cradle of Filth e al loro Cruelty and the Beast. Questo disco è un concept album incentrato sulla figura di Elizabeth Báthory e la copertina rappresenta proprio la contessa immersa in una vasca di sangue. Apice del disco è il brano Báthory, una suite di undici minuti in tre movimenti. L’album è un successo.
La lista di band black metal che non resiste alla tentazione di citare la Contessa Sanguinaria è lunghissima. E non solo il black metal non resiste: anche il goth, il doom, l’hardcore e il thrash metal di tutta Europa e oltre (in USA abbiamo i Kamelot ad esempio) raccontano la storia di Elizabeth Báthory. Prendiamo alcuni versi di questi ultimi, tratti dal brano Mirror Mirror:
Una volta ho colpito una serva
Una vergine senza peccato
Gocce di sangue mi accarezzarono
Levigarono la mia pelle che invecchiava
In conclusione, come abbiamo visto, sia per quanto riguarda la letteratura che la musica, possiamo dire che Elizabeth Báthory rappresenta un archetipo, un modello oscuro e demoniaco, che fa leva sul desiderio dell’uomo di provocare e scioccare gli altri.
E con quest’ultima osservazione si chiude la storia della Contessa Dracula, scusate la fretta ma mi si fredda il sangue nella vasca da bagno…
#bloodybathtub
#noblewomenarebetter
Ammetto di essere sempre stato affascinato dalla sua storia. Una vittima diventata carnefice. Mi fa venire i brividi anche se riesce ad affascinarmi.
E’ una storia allucinante. Spero un giorno di organizzare una gita al castello!