Il 12 agosto del 1827 moriva William Blake, poeta ma anche pittore e incisore. Ancora oggi, quasi 200 anni dopo la sua scomparsa, Blake non smette di stupire per la sua modernità e avanguardia, sia nelle arti letterarie che in quelle figurative. Ma d’altronde, uno mica può scrivere capolavori profetici come Milton, I Quattro Zoa (indovinate chi omaggia questo blog) e poi non sapere neppure fare qualche acquarello per la Divina Commedia, no?
Non è la prima volta che trattiamo talenti così poliedrici, ad esempio Harry Clarke oppure Tarsem Singh. Continuate però a leggere per scoprire la storia di uno degli artisti più espressivi e “veggenti” di sempre.
Breve biografia di William Blake
Gli inizi
William Blake nasce a Londra (nel quartiere di Soho, sicuramente diverso da quello che è oggi) il 28 novembre del 1757.
Figlio di un commerciante della classe media, William Blake riceve una formazione professionale piuttosto che un’istruzione prettamente scolastica. Iscritto alla scuola di disegno all’età di 10 anni e apprendista presso un maestro incisore di illustrazioni e stampe di libri a 15 anni, Blake aveva davanti una carriera prevedibile nel mondo della tipografia. L’importanza della lettura che viene alimentata nella sua famiglia fa sì che le sue capacità artistiche e letterarie si sviluppino parallelamente, tanto che iniziò a scrivere poesie intorno ai 12 anni.
Successivamente si iscrisse alla Royal Academy of Art per studiare pittura, ma abbandonò dopo un anno. Trovava gli insegnamenti incompatibili con la direzione del suo lavoro. Gradualmente, Blake fonde la sua scrittura con i media visivi – stampe, acquerelli e disegni – in una forma espressiva unica di poesia illuminata. Signore e signori, parliamo già di fusione di media 250 anni fa!
Alla fine Blake fonda la sua tipografia commerciale, che gli ha permesso la libertà di usare macchine da stampa proprie e di autopubblicare i suoi volumi riccamente illustrati.
La vita personale di Blake fu tranquilla. Sposa Catherine Boucher, che diventa il suo socio in affari e una convinta sostenitrice. La coppia non ha avuto figli.
Dedizione all’arte
Blake trovò affinità con alcuni artisti dell’epoca, tra cui Henry Fuseli, Mary Wollstonecraft e Percy Bysshe Shelley, ma ebbe solo pochi mecenati fissi e morì in difficoltà finanziarie, quel 12 agosto del 1827.
Più tardi nel secolo, in particolare gli artisti preraffaelliti britannici e in seguito i surrealisti, trovarono ispirazione nell’arte originale e visionaria di Blake. Nel corso del XX secolo Blake ha assunto un posto accanto a J.M.W. Turner e Constable come uno dei più grandi artisti britannici. La sua statua è stata collocata nel Poet’s Corner dell’Abbazia di Westminster nel 200 ° anniversario della sua nascita nel 1957.
La dedizione di Blake alla sua arte personale era ambiziosa e senza compromessi. Era attratto da temi epici che esprimevano le sue convinzioni, profondamente radicate sulla condizione decaduta dell’umanità, sulla pervasività delle forze del male e sugli stati di crisi spirituale e morale.
Le opere
Le sue opere fanno pochi riferimenti alla realtà; sono immagini di un cosmo parallelo contenuto nell’immaginazione di William Blake. Questo universo alternativo è stato alimentato dalla sua vasta lettura della Bibbia, della mitologia, di Milton e di altra letteratura, ma si è riflesso anche nel suo studio della storia dell’arte.
Durante la sua formazione come apprendista incisore, ad esempio, ha trascorso ore a disegnare l’architettura gotica dell’Abbazia di Westminster. Lì, ha assorbito le lezioni offerte dalle forme stilizzate, dalla linea e dalla simmetria della cattedrale, i cui echi possono essere visti nella sua arte. Altre fonti , come manoscritti miniati medievali e incisioni di opere di artisti rinascimentali quali Raffaello, Michelangelo e Albrecht Dürer, si rivelarono altre fonti importantissime per Blake.
L’originalità del suo lavoro e il contenuto a volte grafico, nonché l’eccentricità del suo personaggio, hanno portato alcuni dei colleghi di Blake a mettere in dubbio la sua sanità mentale. L’artista ebbe visioni di angeli o spiriti. La prima avvenne all’età di 10 anni quando vide “un albero pieno di angeli, luminose ali angeliche che si stagliavano su ogni ramo come stelle”. Tali esperienze furono fonte di ispirazione per l’artista e le registrò in lettere e scritti.
Eppure Blake non viveva solo nel suo mondo fantastico. Gran parte del suo lavoro ha risposto agli eventi a lui contemporanei. La Londra negli ultimi anni del XVIII secolo aveva assorbito gli effetti della rivoluzioni Americana e Francese, le rivolte interne contro le disuguaglianze di classe e le trasformazioni della rivoluzione industriale. Blake considerava questi cambiamenti politici e sociali con sospetto, credendo che predicessero un’apocalisse imminente e il soggiogamento dell’umanità attraverso nuovi ordini, anche tecnologici.
La tecnica di William Blake
Blake era in grado di controllare qualsiasi stadio della stampa, dal testo all’illustrazione, con la sola accezione della produzione della carta. Ma non si fermò qui. Nel 1788, all’età di 31 anni, Blake sperimentò l’incisione in rilievo, un metodo che usò per produrre la maggior parte dei suoi libri, dipinti, opuscoli e poesie. Il processo viene anche definito stampa illuminata e i prodotti finiti come libri o stampe illuminati. La stampa illuminata comportava la scrittura del testo delle poesie su lastre di rame con penne e pennelli, utilizzando un mezzo resistente agli acidi. Le illustrazioni potevano comparire accanto alle parole alla maniera dei precedenti manoscritti miniati. Le piastre venivano successivamente incise con l’ acido per sciogliere il rame non trattato e lasciare il disegno in rilievo (da cui il nome).
Questo è un rovesciamento del solito metodo di incisione, in cui le linee del disegno sono esposte all’acido e la lastra stampata con il metodo dell’intaglio. L’incisione a rilievo (che Blake chiamava “stereotipo” in The Ghost of Abel) era intesa come mezzo per produrre i suoi libri miniati più rapidamente che tramite intaglio. Lo stereotipo, un processo inventato nel 1725, consisteva nel realizzare una fusione di metallo da un’incisione su legno, ma l’innovazione di Blake era, come descritto sopra, molto diversa. Le pagine stampate da queste lastre vennero poi colorate a mano con acquerelli e cucite insieme per formare un volume. Blake ha utilizzato la stampa miniata per la maggior parte delle sue opere famose, tra cui Songs of Innocence and of Experience, The Book of Thel, The Marriage of Heaven and Hell e Jerusalem.
I temi trattati da William Blake
Ci sono alcuni temi caratteristici nella poesia di Blake e sebbene spesso si sovrappongano, meritano una considerazione separata, se non altro per metterli a fuoco. Come già detto in precedenza, emergono come parte dell’indignazione di Blake per le condizioni della fine del XVIII secolo in Inghilterra. Sono, ovviamente, espressi in modo sia esplicito che implicito nei suoi modelli di simbolismo. Un’esplorazione dei seguenti temi chiave approfondirà la comprensione delle poesie e del rapporto di Blake con le condizioni contemporanee.
Sull’essere un artista
Blake credeva fermamente che la sua arte avrebbe dato un contributo ad una rivoluzione morale, spirituale e intellettuale. Sotto questo aspetto era in linea con altre concezioni dell’artista romantico: il genio ispirato da intuizioni speciali e poteri visionari. Gli artisti si distinguevano per i poteri della loro immaginazione creativa. In The Marriage of Heaven and Hell, Blake trasmette il suo manifesto artistico e il suo desiderio di dedicare il suo mestiere profetico per raggiungere il rinnovamento sociale.
Innocenza
La comprensione dell’innocenza di Blake è una conseguenza dell’intuizione nei misteri del cosmo. Non è mai stato sentimentale o ingenuo riguardo all’innocenza. Una volta ha scritto: “innocenza disorganizzata: un’impossibilità. L’innocenza dimora nella saggezza, ma mai nell’ignoranza” (nota scritta sul retro di un’edizione dei Quattro Zoa).
Come con gran parte degli scritti di Blake, il lettore dovrebbe essere attento ai livelli di significato. In questo caso, si passa dalla semplice innocenza infantile a una visione di un universo di amore e armonia. In aggiunta, per Blake, l’innocenza non è interamente riservata ai bambini; si manifesta anche nell’atteggiamento e nelle azioni di uomini e donne pieni dello spirito del divino come in The Cradle Song e The Divine Image. Un tema centrale nella poesia di Blake è quello della tutela. Il tutore di successo è l’adulto che ascolta, che è attento alla voce dell’innocenza e risponde in modo appropriato.
Temi sociali e politici
La simpatia di Blake per le sofferenze di uomini, donne e bambini comuni nel mondo reale era profonda. Era amico e socio di molti radicali dell’epoca, compreso Thomas Paine. Può essere visto come un “visionario” ma era anche profondamente consapevole delle realtà sociali e politiche, come abbiamo già visto, ed era particolarmente sconvolto dalla compiacenza della Chiesa nei confronti degli abusi sociali.
Blake era un fervente sostenitore della Rivoluzione Francese, che credeva avrebbe sradicato i monarchi tirannici e la falsa religione. Ne parla molto in The Marriage of Heaven and Hell. The Tyger è una poesia complessa che è stata interpretata in diversi modi: uno di questi è come una celebrazione delle energie rivoluzionarie che purificano un mondo corrotto e stabiliscono un nuovo ordine.
Tigre, Tigre, che bruci luminosa
Nelle foreste della notte
Quale immortale mano o occhio
Ha potuto foggiare la tua orribile simmetria?
Amore e sessualità
Ciò che è notevole di Blake nel clima religioso e morale dei tempi è la sua celebrazione della sessualità a causa della sua associazione con l’innocenza, l’energia e il desiderio. Blake era consapevole (ad esempio in “A Little Girl Lost“) della possibilità che l’esperienza potesse corrompere la sessualità e questa opposizione dialettica si rivela nel simbolismo di The Blossom e del suo contrario The Sick Rose. In Songs of Experience, invece, Blake esplora il potenziale della sessualità umana e i pericoli che deve affrontare nel mondo dell’esperienza.
La Chiesa, la Bibbia e Red Dragon
Come introdotto poche righe fa, un altro tema importantissimo per William Blake era la religione. Blake era particolarmente ostile alla religione convenzionale e in particolare alla Chiesa d’Inghilterra che includeva tra gli “oscuri mulini satanici”. Blake ha attaccato il sacerdozio della Chiesa d’Inghilterra per aver promosso una religione razionale che negava la divinità nell’umano.
Ad ogni modo, intorno al 1805-1810, Blake fu incaricato di creare oltre un centinaio di dipinti che illustrano libri della Bibbia. Tra questi c’era un ciclo di quattro dipinti del Grande Drago Rosso (Satana) dal Libro delle Rivelazioni nella Bibbia. Il drago è descritto come “avente sette teste e dieci corna e sulle sue teste sette corone. La sua coda attirava un terzo delle stelle del cielo e le gettava sulla terra“.
Le immagini sono potenti. Molti si ricorderanno il Drago Rosso tatuato sulla schiena di Ralph Finnes nel film prequel de Il silenzio degli innocenti intitolato appunto: Red Dragon. Finnes interpreta Francis Dolarhyde, un killer che ha un’ossessione per il dipinto di WIlliam Blake. Nel film tenterà di compiere una metamorfosi per diventare egli stesso il drago dell’Apocalisse. Assistiamo addirittura ad una scena in cui Francis riesce ad accedere all’illustrazione. che è ubicata al Brooklyn Museum e a mangiarsela!
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