Scritto, diretto e prodotto da Christopher Nolan, il film Interstellar, uscito nei cinema il 26 ottobre 2014, è una splendida pellicola di fantascienza con un cast “stellare”: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Michael Caine, Casey Affleck, Matt Damon e Timothée Chalamet. Vi raccontiamo la trama, il progetto dietro il film e qualche curiosità. E sappiate che a leggere questo articolo sicuramente impiegherete meno che guardare l’intero film, che dura la bellezza di quasi 3 ore!
Di cosa parla Interstellar?
I raccolti sono scarsi e le tempeste di sabbia stanno lentamente asfissiando l’umanità. È in questo contesto che Joseph Cooper e sua figlia Murphy scoprono, non del tutto a caso, le coordinate che li condurranno al quartier generale segreto della NASA che opera di nascosto.
Cooper trova lì il dottor Brand, che sogna un altro mondo. Gli scienziati in missione in un’altra galassia hanno rilasciato dati che suggeriscono che tre pianeti sono abitabili.
Cooper torna in servizio con altri scienziati, tra cui Amelia, la figlia del dottor Brand. Cooper non esita ad abbandonare i suoi figli senza avere alcuna garanzia di rivederli un giorno, a causa della relatività del tempo.
L’equipaggio parte con il cuore pieno di speranze e poi la spedizione si inasprisce. I pianeti non mantengono le promesse. Peggio ancora, il dottor Mann si rivela essere un gran cattivo, per avere inviato dati errati per non rimanere solo nel pianeta in cui era in missione. Nonostante tutto, Cooper riesce a riprendere il controllo della situazione. Il tempo sta per scadere, però. Decide di sacrificarsi affinché Amelia continui la missione e raggiunga l’ultimo pianeta.
Galleggiando nello spazio, un buco nero lo risucchia. Cooper si ritrova intrappolato in un corridoio temporale attraverso il quale può comunicare con sua figlia. Le dà gli oggetti di cui ha bisogno per salvare il mondo. Di conseguenza, il corridoio temporale si chiude. Cooper viene poi miracolosamente recuperato da una sonda, perché sua figlia ha salvato il mondo.
Cooper rivede la sua anziana figlia come aveva sperato, dopo che è sopravvissuta all’estinzione del pianeta. Da parte sua, Murphy rivede il suo giovane e trionfante padre, che le aveva promesso che sarebbe tornato.
Papà ha mantenuto la sua promessa. Ora può tornare a cercare Amelia.
Tematiche in Interstellar
Il rapporto padre-figlia
Cooper e Murphy sono legati dalla passione per la scienza mentre i venti cattivi del crollo della civiltà condannano i loro interessi. Solo i bisogni primari dell’umanità vengono imposti e mostrati apertamente per evitare la rivolta e la consapevolezza. È in questa distopia che si evolvono i personaggi nella prima parte del film con la bella sequenza del recupero del drone.
Una parte di mistero, che nemmeno lo spirito scientifico del padre e della figlia riesce a spiegare, prende poi il sopravvento. Cooper e Murphy ammettono che il “fantasma” è in realtà un’intelligenza sconosciuta che invia loro un messaggio in codice per mezzo di onde gravitazionali che alterano la polvere sul terreno.
Ancora una volta, padre e figlia sono legati a questa bellissima sequenza di Murphy che si nasconde sotto la coperta come aveva già fatto in una prima sequenza con il consenso di suo padre. È la loro tradizione filiale che fa ammettere a Cooper che sua figlia può seguirlo in questo modo nella base militare. Al contrario, quando prende l’auto da solo per intraprendere l’Endurance, sua figlia non c’è, piange e urla in casa mentre la telecamera fissa il volante dell’auto come lo strappo della loro separazione.
La comunicazione
La comunicazione tra il padre e la figlia avverrà poi molto più tardi, attraverso il “tesseract”, l’infinità di camere temporali che permettono di comunicare nel momento che si desidera attraverso la gravitazione, l’unica forza in grado di attraversare il tempo e lo spazio.
Poiché il complesso messaggio dei dati scientifici non può essere soddisfatto dal movimento della polvere sul terreno, è attraverso un codice Morse, trasmesso all’orologio della figlia, che Cooper cerca di comunicare con lei. Conosce la forza emotiva di questo orologio regalato il giorno della loro separazione, che permetterà a Murphy di approfondire il mistero del movimento della lancetta abbastanza a lungo da comprenderne il significato. Senza questo oggetto comune, la comunicazione sarebbe rimasta su una base troppo elementare.
Infine, tornando al cilindro di O’Neill in orbita attorno a Saturno in cui l’umanità si è rifugiata in attesa di raggiungere l’ospitale pianeta di Edmunds, Cooper vede Murphy molto vecchia, sull’orlo della morte. Murphy, ora più grande di suo padre, interpreta il ruolo normale del genitore che lascia la sua prole libera di compiere il proprio destino. Cooper quindi penserà a ritrovare Amelia.
Il pianeta morente
Il tema del pianeta morente ha avuto molti narratori, ma Christopher Nolan, regista, sceneggiatore e produttore del film, li supera tutti grazie alla sua capacità di costruire un sistema complesso, che però agli occhi dello spettatore appare semplice e comprensibile. Entro i confini della sceneggiatura, conclude la trama con un finale che tenta di fornire risposte a un immenso mistero riguardante il tempo, lo spazio, l’origine della vita e la conformazione dell’Universo.
Ci sono molti collegamenti al famoso “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick. Quest’ultimo, però, si differenzia dal film Interstellar, perché le risposte alle domande iniziali del film, il regista Nolan cerca di darle senza lasciare nulla di non risposto. Questa scelta a volte può sembrare troppo semplicistica, ma mostra coraggio, soprattutto quando si tratta di temi come la spedizione spaziale, i viaggi interstellari e la relatività di Einstein.
Che cosa c’è di scientifico?
Il film si prende la briga di dare spiegazioni plausibili alle distorsioni del tempo di fronte alla gravità, ai buchi neri e alle traiettorie dell’astronave e persino alle camere temporali del “tesseract”. I pianeti visitati hanno ciascuno una particolarità che difficilmente si è vista altrove, anche se l’oceano minaccioso si trova anche in Solaris (Tarkovski) o successivamente e in modo molto meno convincente in Star Wars 9: The Rise of Skywalker (J.J. Abrams, 2019),
Il robot Tars non sembra un uomo. Non c’è confusione possibile a questo livello. Tars è benevolo, autonomo ma non troppo. Il suo senso dell’umorismo è configurabile da 0 a 100% così come la sua franchezza. Tars rimane completamente devoto al suo creatore. Le tre leggi di Asimov sull’intelligenza artificiale sono perfettamente rispettate dal robot Tars che non esita a sacrificarsi per garantire il futuro dell’umanità.
Per garantire la scientificità del film, all’inizio ci si era rivolti ad astrofisici che preparassero una relazione per spiegare tematiche quali buchi neri, wormhole etc, uno tra tutti Kip Thorne. Thorne, in un’intervista poco dopo l’uscita del film ha detto che quanto suggerito è stato totalmente stravolto e che il film non è fedele a teorie scientifiche.
La trama del racconto del 2008
Nel racconto del 2008, da cui il film è tratto, c’erano meno emozioni, ma più risposte e concretezza. Qui, Cooper non è in grado di mantenere la sua promessa di trovare sua figlia, Murphy. I dati per salvare la Terra vengono comunicati attraverso una sonda. Sullo schermo compaiono i famosi alieni, con il bonus aggiuntivo dei robot cinesi. E abbiamo anche diritto a una scena di sesso in assenza di gravità! Insomma, tutto è più concreto.
Christopher Nolan eliminò quindi gli alieni, moltiplicò i pianeti, immaginò il Programma Lazarus, introdusse una storia di fantasmi… Tutta la trama si rifocalizzò su Cooper, sull’aspetto umano delle cose.
La curiosità è che questo racconto del 2008 è stato scritto da Nolan, ma non da Christopher, bensì da suo fratello minore, Jonathan, scrittore e sceneggiatore. É evidente che tra racconto e film c’è parecchia differenza, forse Nolan (Christopher) ha voluto dare più speranza con un finale positivo e penso abbia reso la pellicola più epica e adatta al cinema.
Fun facts
Altra curiosità riguarda Big Bang Theory. Pare che Nolan, per il suo film Tenet abbia preso ispirazione da Sheldon Cooper. E Cooper è anche il cognome del protagonista di Interstellar…una coincidenza? Se volete approfondire cliccate qui.
Noi ci ricordiamo anche di un altro Cooper che però lavorava per la polizia… l’agente Cooper in Twin Peaks! Ma per restare in tema The Big Bang Theory, proprio Kip Thorne come ospite della stagione finale dello show si vanta di aver partecipato alla creazione del film (episodio 18) !
Ma volgiamo concludere questa carrellata di aneddoti con un film insospettabile che rende omaggio a Interstellar: Thor, Love and Thunder. Nel film la Dc Comics decide di dare il ruolo del cattivo a Christian Bale, l’incaranzione del Batman di Nolan e continuare a rendere omaggio al regista dedicandogli una intera scena. Mentre la dottoressa Jane Foster sta facendo chemioterapia incontra un fan che sta leggendo il suo libro sui buchi neri o warmhole. Per spiegare il funzionamento di quest’ultimi la dotoressa cita il film di Nolan e allo stesso modo della dottoressa Romilly, prende un pezzo di carta (la pagina stessa del suo libro), lo piega a metà e fa un buco con una penna che attraversa entrambi.
Perché vedere Interstellar
Al di là di tutte la scientificità o meno, Interstellar è uno spettacolo eccitante e accattivante, in cui le parti del tempo si uniscono in un meccanismo intenso e pressante. Questa finzione fondamentale offre allo spettatore un’esperienza visiva avvincente che deve ai suoi incredibili effetti speciali e alla musica originale. La colonna sonora del film è stata commissionata al compositore Hans Zimmer, che ha già curato le colonne sonore della trilogia di Batman e del film Inception dello stesso Nolan.
È solo attraverso una magistrale padronanza della fotografia che un film di Warner Bros come questo, che costa milioni di dollari, può essere realizzato con le sue trame di fantasia che presentano tre pianeti, oltre alla Terra, ma anche un buco nero, un tunnel interspaziale e ovviamente un’astronave.
Ma ciò che è più importante non è solo l’affascinante viaggio spaziale di alcune persone in luoghi remoti dell’Universo, ma anche ciò che accade alle loro menti. In questa fase cambiano le prospettive, ma anche ciò che queste persone comprendono e ciò che lasciano da parte, a volte fatalmente, per intraprendere altri viaggi e altre scoperte.
Interstellar è un film complesso, affascinante, accattivante ma soprattutto un’opera costruita con mezzi sostanziali per porre altre domande sull’umanità, sulla complessità dell’uomo e sul suo instancabile e misterioso desiderio di conoscenza.
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