Il Diavolo Veste Prada è il mio secondo film preferito. Il primo è e resterà sempre American Beauty, di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa. Nel leggere la trama e le tematiche credo sarà facile capire perché è un film che ha fatto breccia nel cuore di molti da quel 30 giugno 2006, data della sua uscita.
Ma perché ne parliamo proprio in questo blog? Qualcuno potrebbe non trovare il nesso, ma leggete fino alla fine e non lasciatevi fuorviare!
Tratto dal romanzo di Lauren Weisberger uscito tre anni prima della pellicola, Il Diavolo Veste Prada racconta la storia di Andy, una neo-laureata con grandi speranze per il futuro che si trova a lavorare per Miranda Priestley, l’editore capo di una prestigiosa rivista di moda, Runway. Ma vediamo tutto nel dettaglio.
La trama
L’inizio
Andy Sachs (Anne Hathaway) arriva a New York City sognando di entrare a far parte di una prestigiosa pubblicazione “impegnata” come il New Yorker. Ma, bisognosa di lavoro, si “accontenta” di Runway, una rivista di moda in cui la caporedattrice Miranda Priestly (Meryl Streep), una sorta di tirannica Anna Wintour, sta cercando un nuovo assistente dopo aver fatto fuori i precedenti.
Ma Andy non si lascia intimidire e il suo coraggio le vale un lavoro come seconda assistente dell’ Editor in Chief di Runway, rivista immaginaria di moda, che ricalca Vogue.
Andy fatica a stare a galla. Al di là di andare contro ai suoi principi, non è molto appassionata di questa industria dello stile che tuttavia produce miliardi. La giovane donna viene derisa per i suoi abiti economici e per la sua ingenuità, sia da Miranda che anche dalla collega Emily Charlton (Emily Blunt). Una delle persone che sembra più dura con lei, Nigel Kipling, (Stanley Tucci) alla fine proverà compassione. Nigel le farà un make-over e permetterà a Andy di “mimetizzarsi” un po’ in questo mondo, imparandone usi e costumi.
Andy è coscienziosa quanto determinata. Il suo fascino le vale l’attenzione dello scrittore Christian Thompson (Simon Baker) che si offre di aiutarla nella sua carriera. È così che Andy impara ad attingere alle sue reti per soddisfare le richieste impossibili di Miranda.
Mentre Andy si butta a capofitto nel lavoro, si distacca dai suoi amici e dal suo ragazzo Nate (Adrian Grenier), che non fanno nulla per capire la sua crescita. Questo punto lo approfondiremo anche in seguito perché è attuale ancora oggi.
Da Parigi alla conclusione
La determinazione e la professionalità di Andy fanno sì che venga scelta al posto di Emily per accompagnare Miranda a Parigi. Nella Villa Lumière, Andy va a letto con Christian. Al mattino presto, scopre un complotto per far sostituire Miranda con Jacqueline Follet. Andy cerca immediatamente di avvertire il suo capo, anche se le ha fatto passare l’inferno. Miranda, già al corrente di tutto, per salvare la sua posizione sacrifica il suo collaboratore più fidato, Nigel, a cui aveva promesso un posto di prestigio in una casa di moda. Tutto questo, ovviamente, per preservare il proprio posto.
Soddisfatta della lealtà di Andy nei suoi confronti, Miranda la informa che ha un brillante futuro davanti a sé. Ma Andy, disgustata dai metodi del suo capo, sceglie di andarsene e di ricomincia a lavorare in un’altra rivista. L’editore capo le dice “ Ho ricevuto un fax dalla stessa Miranda Priestly… che dice che di tutti gli assistenti che ha mai avuto… tu sei stata di gran lunga la sua più grande delusione. E, se non ti assumo, sono un idiota. Devi aver fatto qualcosa.”
Andy rivede anche l’ormai ex ragazzo, Nate, e il film si chiude con i due che provano a rimettere i cocci insieme…forse. Perchè questo aspetto viene lasciato aperto.
Passando davanti all’edificio di Runway, Andy vede Miranda che finge di ignorarla. Andy non si offende troppo e poi sprofonda tra la folla mentre Miranda sorride compiaciuta nella privacy della sua limousine.
Quali sono le tematiche ne Il Diavolo Veste Prada?
La carriera
Ci sono davvero degli insegnamenti molto importanti da imparare da questo film, noi ve li riassumiamo.
- 1- adattarsi al cambiamento. Quando Andy inizia il suo nuovo lavoro, ha poco o nessun interesse o conoscenza della moda. È una giornalista e non si identifica affatto con le modelle di ‘Runway’. Ha corso un grosso rischio accettando un lavoro in una nuova attività, ma si impegna molto per iniziare ad adattarsi al suo nuovo ambiente. Accettare i cambiamenti, adattarsi ai contesti che cambiano permette di acquisire esperienza e nuove competenze.
- 2- Elencare le proprie priorità. Questo punto è valido per qualsiasi situazione. Andy ha faticato molto per sapere dove impiegare le proprie energie e concentrarsi sul “ritorno dell’investimento” a lungo termine. E questo le costa non poco: tempo libero, amicizie e amore, tutte cose che vanno un po’ a scatafascio.
- 3- Fare sempre ricerche. All’inizio Andy lotta perché il mondo della moda era nuovo per lei. Ma grazie alla sua determinazione, ha iniziato ad eccellere nelle sue responsabilità. La lezione da imparare è questa: quando ti trovi di fronte a qualcosa di nuovo, fai sempre i tuoi compiti.
- 4- La fiducia è la chiave del successo. Una delle cose più affascinanti da guardare nel film è stato l’atteggiamento di Miranda. È talentuosa, potente e non dubita mai di ciò che fa. La decisione spetta sempre a lei perché conosce molto bene il suo valore e sa di essere insostituibile.
- 5- Essere gentile con i colleghi. Quando si inizia un nuovo lavoro, si apprezzerebbe una mano da un collega. Andy la trova in Nigel, ma non in Emily, con cui ha invece un rapporto più conflittuale.
L’amore tossico
Il Diavolo Veste Prada ha il merito di trattare delle tematiche molto serie in maniera più leggera. Il film non ti spiattella certe cose davanti alla faccia, ma ti fa riflettere successivamente. Poco fa abbiamo parlato di carriera. Andy, per farla, praticamente perde tutto, amicizie e amore. A 15 anni di distanza dall’uscita del film si parla ancora di Nate, il fidanzato di Andy, che non comprende la sua crescita accusandola di aver perso la sua integrità.
Nate si è guadagnato il titolo di fidanzato più tossico della storia. Perché fa di tutto per tarpare le ali ad Andy, sminuisce la sua professionalità, non prova minimamente a comprenderla. Andy ha trovato il suo Empowerment, è diventata una sorta di Wonder Woman, ma questo non piace né agli amici né appunto al fidanzato Nate. Di recente, durante una reunion del cast del film, è ricomparsa la nomea di “Nate fidanzato tossico” e l’attore Adrian Grenier ha commentato:
“Quando è venuta fuori la storia di Nate peggior cattivo del film, non riuscivo a crederci. Non lo capivo. Forse perché non ero maturo come uomo e proprio come Nate dovevo ancora crescere un po’. Ero immaturo proprio come lui, ai tempo, non riuscivo a vedere dove sbagliava, ma dopo averci riflettutto e aver letto alcuni approfondimenti online, ho capito la verità vedendola da un’altra prospettiva. Nate nel film non evolve, Andy sì. Lei aveva bisogno di altro nella vita ed è riuscita a raggiungerlo. Lui invece non è riuscito a supportarla perché era fragile. A tutti i Nate là fuori quindi dico: svegliatevi!”
La donna di successo
Sebbene la protagonista de il Diavolo Veste Prada sia indubbiamente Andy Sachs con la sua crescita personale e i suoi problemi, è interessante invece parlare della donna dragone, il capo di Runway, Miranda Priestley, interpretata da Meryl Streep. Ci sono delle curiosità legate a Meryl Streep e all’interpretazione del ruolo del capo tiranno (tipico ruolo da uomo in altri film). Ma il mondo de Il Diavolo Veste Prada è, di fatto, un mondo di donne e primedonne.
Meryl Streep ha visto l’esperienza come un vero calvario. Per incarnare al meglio la sacerdotessa della moda Miranda Priestly, la pluripremiata vincitrice di un Oscar ha scelto di adottare il “metodo Stanislavski”. Questa tecnica prevede l’immersione totale nella personalità del tuo personaggio per ottenere una precisione impeccabile. Tipo Joaquin Phoenix nel Joker per intenderci. Per fare questo, la Streep si è tenuta lontana dai membri del cast durante l’intera ripresa. ” È stato orribile ! Ero infelice nella mia roulotte. Li sentivo tutti divertirsi e ridere”, ricorda Meryl Streep in un’intervista con “Entertainment Weekly“. “Ero così depressa! Ero tipo, “Beh, questo è il prezzo da pagare per essere il capo!” . E se pensate, quanti capi “stronzi” incontrati nelle nostre vite erano solo delle persone molto sole e invidiose della felicità altrui?
I commenti del cast
Anche gli altri talenti del film hanno commentato sul fatto che Meryl Streep abbia dovuto sacrificare alcuni momenti di condivisione. “Meryl è così socievole e così divertente, per certi versi non è stata la cosa più divertente per lei dover rinchiudersi nel suo personaggio”, afferma Emily Blunt, la sua zelante assistente nella commedia cult. Come la sua collega, anche Anne Hathaway ha sentito la distanza creata da Meryl Streep.
Secondo quanto riferito, l’attrice di “Mamma Mia” ha persino “intimidito la giovane attrice sul set”. Anne Hathaway si qualifica aggiungendo di essersi sempre “sentita apprezzata” dalla sua collega. Durante una puntata di “Ru Paul’s Drag Race“, Anne Hathaway ha rivelato di essere stata avvertita il primo giorno di riprese. “Ah, tesoro, questa è l’ultima volta che sono gentile con te,” le aveva detto Meryl Streep. Ha mantenuto la parola data. Però oggi Miranda Priestly è un cult tanto quanto la star che la incarna.
Tutte queste tematiche si intersecano ad altre mille, tra cui il mondo della moda, il rapporto con il cibo e con la propria fisicità, l’immagine, gli uomini “rapaci” che farebbero di tutto per arrivare ad un obiettivo e altre problematiche importanti.
Perché adoriamo Il Diavolo Veste Prada?
Come dicevamo prima, non è un semplice “film per ragazze”, o un “film sulla moda” o “un buon adattamento di un libro di successo”. Per quanto la moda ci piaccia, e lo abbiamo dimostrato parlando di Alexander McQueen, in questo film si parla di altro.
Il film ha da tempo superato il lavoro di Lauren Weisberger, soprattutto grazie alle brillanti interpretazioni di Meryl Streep, Anne Hathaway ed Emily Blunt, per non parlare delle famose battute e della colonna sonora che ascoltiamo e ripetiamo in un ciclo continuo da ben 15 anni!
Però, alla fine, oltre alle espressioni di Emily Blunt, oltre all’interpretazione di Meryl Streep come caporedattore freddo e sarcastico, oltre ad immedesimarci nella bistrattata Andy, Il Diavolo Veste Prada ha ancora tanto successo per un motivo in particolare: è un film sulla difficoltà di essere donne e di confrontarsi con il potere.
Su quest’ultima tematica abbiamo avuto un dibattito anche all’interno del team Zoa Studio, e questo vi fa ben capire quanto sia ancora attuale il film. Miranda, donna di potere, forse si è comportata come ha fatto perché, essendo di una generazione diversa da quella di Andy, ha dovuto fare da pioniere. Pioniere donna in un mondo, quello della sua epoca, dominato da uomini.
Andy ha sicuramente la strada più spianata nella sua modernità, tuttavia, a differenza di Miranda, non ha poi voluto scendere a compromessi e rischiare di assomigliarle. Il punto in comune è che entrambe le donne, per poter evolversi, hanno dovuto (o voluto) sacrificare la propria vita privata. E il dibattito sulla donna, il potere e il work-life balance è ancora in corso.
Credo non ci sia altro da aggiungere. E probabilmente questo è il motivo per cui non vedremo Il Diavolo Veste Prada 2. Come direbbe Miranda Priestley: That’s all!
#groundbreaking
#thatwasntaquestion