Il mio nome é Mozart… Wolfgang Amadeus Mozart

Illustrazione di Zoa Studio dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart
Illustrazione di Zoa Studio dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart

Buon Compleanno Mozart! O forse dovremmo dire, Amadé, il nome con cui voleva essere chiamato: alla Francese o, diremmo noi, alla Napoletana!

Tutti noi infatti conosciamo Mozart per il suo soprannome “Amadeus“, ma questa é stata una scelta stilistica. Scopriamo allora come questo soprannome é nato ripercorrendo l’incredibile vita del genio Austriaco.

Il piccolo Wolferl

Wolfgang Amadeus Mozart  nasce a Salisburgo il 27 gennaio 1756. Ma come abbiamo anticipato Amadeus non é il vero secondo nome di Mozart che fu invece battezzato… rullo di tamburi… Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart!

Il nome “Wolfgang” significa “lupo che corre”, nome del nonno materno. Da bambino il padre iniziò ad abbreviarlo in”Wolferl” o “Wofer” e questi sono i soprannomi con cui tutta la famiglia continuò a chiamarlo.

Da bambino Mozart imparava al volo qualsiasi brano gli fosse sottoposto. Sin dall’età di 4 anni cominciò a suonare brevi composizioni al pianoforte o al clavicembalo ed era in grado di eseguirle perfettamente dopo solo mezz’ora. Iniziò a comporre a 5 anni ed in breve tempo diventa un brillante organista, un eccellente violinista e un’abile cantante. A 12 anni compose la sua prima opera lirica e sin da allora diventa un direttore raffinato.

Mozart era un tale genio che papà Leopold decise che il mondo avesse bisogno di ascoltare il figlio suonare insieme alla sorella Maria Anna. Perciò lasciata Strasburgo partirono per una lunga tournée di concerti (1763-1777) avventurandosi per le grandi Città d’Europa.

La figura di Leopold fu determinante e significativa per Mozart e spesso associata alla severità, quindi vogliamo dedicargli un aneddoto curioso. Come compositore Leopold é oggi conosciuto soprattutto per un brano intitolato “Sinfonia dei Giocattoli“. È un brano divertente per orchestra ove alcuni strumenti giocattolo imitano il suono di uccelli come la quaglia, il cuculo e l’usignolo; trattandosi di strumenti molto facili da suonare qualche volta capita che in occasione di concerti speciali personaggi famosi che non sono musicisti partecipino come ospiti d’eccezione all’esecuzione orchestrale.

Sin da piccolo Mozart si innamorava costantemente di bellissime dame. Durante questo viaggio tra le corti Europee, si narra da più di 200 anni che Mozart incontrò l’allora coetanea Maria Antonietta, entrambi avevano 7 anni e si prese una bella cotta per la Futura Regina di Francia tanto da informarla che intendeva sposarla.

Quando Mozart crebbe sviluppò un notevole senso dell’umorismo. Poteva essere divertente, ma nello stesso tempo assolutamente disgustoso. Era ossessionato dagli eventi che si svolgono in bagno e dei relativi odori!

Durante questa tournee Leopold, il padre,  iniziò a scrivere una serie di lunghe lettere ai suoi amici a Strasburgo elencando i successi di Wolfgang e Anna Maria. Queste lettere e più tardi quelle indirizzate alla famiglia ci offrono una gran quantità di informazioni sulla vita di Mozart e sono ancora oggi oggetto di studio.

Da qui si può dire che il piccolo Mozart ascoltava la musica sul momento e poi componeva all’istante un numero sconsiderato di meravigliosi accompagnamenti, anche migliori della versione originale. Naturalmente il pubblico finiva per venerarlo, ma la sensibilità di Mozart era tale che una quantità eccessiva di manifestazioni di lodi ed entusiasmo avrebbero potuto sconvolgerlo fino a farlo scoppiare a piangere.

A Londra, a soli 8 anni, Mozart strinse una lunga amicizia con il figlio di Bach, J.C. Bach, quello sfrontato che chiamava il padre “vecchio parruccone”. Durante un incontro alla presenza del re e della regina d’Inghilterra Wolfgang si sedette al pianoforte fra le ginocchia di J.C. Bach e insieme si divertirono eseguire un brano nel quale uno dei due interveniva quando l’altro si interrompeva: il divertimento andò avanti per due ore senza che nessuno dei due si annoiasse.

Amadé e l’Italia

Tra il 1769 e il 1773, il giovane  Mozart e suo padre Leopold compiono tre viaggi in Italia. Il primo fu, un ampio tour di quindici mesi che toccò le più importanti città italiane, fino ad arrivare a Napoli nel 1770. E qui nasce Amadé.

Uno dei secondi nomi di Mozart é infatti Theophlius: un nome greco  che significa “amante di Dio” o “amato da Dio”. Nella sua forma tedesca, si traduce come “Gottlieb” mentre in latino diventa “Amadeus“. Durante la sua vita, Mozart firmò alcune lettere in finto latino come “Wolfgangus Amadeus Mozartus”. 

A quei tempi era ritenuto abbastanza normale tradurre il nome in altre lingue così quando arrivò in Italia intorno al 1770, Mozart si trasformò in Wolfgango Amadeo, che in seguito divenne Wolfgang Amadè dal 1777 circa. 

Mozart si affezionò al suo soprannome tanto che nel suo certificato di matrimonio firmò: “Wolfgang Amade Mozart”.

Si narra che a Roma Mozart ascoltò il coro del papa cantare Il Miserere di Gregorio Allegri. Questo famoso brano religioso piuttosto lungo e complesso era considerato così sacro che nessuno aveva il permesso di ricopiarne la musica. Mozart lo ascoltò una prima volta e tornato a casa lo trascrisse per intero a memoria; tornò poi a riascoltarlo una seconda volta, portò alcune correzioni alla sua stesura e così ebbe una perfetta copia del motivo proibito! Se fosse stato scoperto dalle autorità papali, avrebbe avuto seri problemi. Ma questo rimane una ulteriore prova dell’assoluto genio di Amadé.

La salute di Mozart risentì delle conseguenze dei lunghi viaggi. I problemi di salute che ebbe in età adulta furono probabilmente effetto di questo stile di vita poco regolare. Sebbene fosse un vero prodigio musicale Mozart era ancora un bambino, ma non viveva certo un’infanzia normale. Era esposto al pubblico come un animale da circo.

Alla corte di Salisburgo e Vienna

Alle dipendenze dell’arcivescovo

Dopo il ritorno dal viaggio in Italia, Mozart svolse regolarmente l’incarico, che gli era stato assegnato l’anno precedente, di konzertmeister con uno stipendio annuo di 150 fiorini presso la corte dell’arcivescovo Colloredo. Mozart non amava la città di Salisburgo perché troppo piccola e bigotta e ancora meno l’arcivescovo che lo trattava come un operaio al suo servizio; l’arcivescovo non era proprio di strette vedute, ma probabilmente non aveva un animo votato alle arti.

All’età di 20 anni Mozart non era alto, aveva una testa piuttosto larga e la pelle butterata dal vaiolo di cui aveva sofferto quando aveva 11 anni. Non indossava la parrucca e mostrava i suoi capelli incipriati e tagliati con cura di cui andava molto orgoglioso. Indipendentemente da quanti impegni avessi in agenda la sua giornata iniziava alle 6 del mattino con il parrucchiere che lo sistemava alla perfezione.

Uno dei giochi preferiti a Salisburgo da Mozart era un passatempo che si svolgeva insieme alla sua famiglia e ai suoi amici: fissato un bersaglio, spesso un disegno abbastanza offensivo se Mozart la spuntava, bisognava colpirlo con un fucile ad aria. Forse anche l’arcivescovo divenne un bersaglio, chi lo sa!

Mozart rimase alle dipendenze dell’arcivescovo dal 1773 al 1781, ma dopo un alterco con lo stesso prelato fu licenziato. Tuttavia tale fatto tornò molto utile.

La famiglia Weber

A maggio del 1781 Mozart si trasferisce a Vienna, ospite della famiglia Weber, conosciuta qualche anno prima: la seconda delle 4 figlie era Aloysia Weber, una soprano di cui Mozart si innamorò senza mai essere corrisposto. Poco dopo essersi trasferito a casa Weber sposa la sorella di Aloysia, Costanze. Questo ripiego sembra fortunatamente non intaccare il matrimonio, sebbene il padre di Mozart, Leopold, fosse sempre stato sospettoso nei confronti dell’intera famiglia Weber. Pare che Wolfgang e Costanze vivessero felicemente insieme a parte quei rari momenti in cui egli la sorprendeva a flirtare con altri uomini, cosa che lo infastidiva parecchio, ma è possibile che lei volesse soltanto essere sicura dell’apprezzamento del marito…

Nel 1782 a Vienna finalmente Mozart riesce a veder prodotta una delle sue opere più famosa: Il ratto del serraglio, dopo la quale per alcuni anni, Mozart trascurò la propria vocazione di operista per dedicarsi in prevalenza alla musica strumentale.

E’ di questo periodo la composizione di una famosa sonata per pianoforte sempre in tema arabeggiante che finirà con l’avvento dei telefoni cellulari in tantissime suonerie: il Rondò alla Turca (1783).

Mozart non ebbe mai successo da un punto di vista economico. Benché a un certo punto della sua vita guadagnasse molto, egli non riuscì mai a risparmiare, anche perché amava troppo la bella vita! Organizzava spesso raffinate feste danzanti nei suoi appartamenti, si era comprato un cavallo e possedevo una gran quantità di tavoli da biliardo, un gioco che amava e nel quale si distingueva per le sue ottime doti. I suoi abiti erano sempre molto colorati e alla moda e dunque i più costosi che fossero in commercio.

In verità anche la salute di Costanze era un serio motivo di dispendio di denaro. La precaria salute della moglie dipendeva in parte anche dalle continue gravidanze: ebbe sei figli in 8 anni, anche se alla fine solo due di loro sopravvissero.

Dona eis requiem

Nel 1787 all’età di 67 anni papà Leopold morì. Mozart si era ormai fondamentalmente liberato da l’influenza del padre, tuttavia amava ancora quel vecchio barboso di cui soffrì la mancanza per molto tempo.

Mozart aspirava ad un posto di grande prestigio presso la corte dell’imperatore a Vienna, ma non riusciva ad ottenerlo, pare anche a causa dei complotti segreti di Antonio Salieri, il compositore di corte. Il pubblico è sempre stato affascinato dalla storia della rivalità fra il ricco, ma non eccellente compositore Antonio Salieri e il povero genio Mozart. Nel XIX secolo il celebre poeta russo Aleksandr Pushkin scrisse un dramma in versi dal titolo Mozart e Salieri che più tardi diventò un’opera di successo. Più recentemente il drammaturgo inglese Peter Shaffer riprese l’idea nell’opera teatrale Amadeus basata sulla relazione fra i due musicisti e dalla quale ha preso spunto il famoso film Amadeus di Milos Forman.

Il rapporto con Salieri é diventata una dinamica talmente iconica da essere stato usato persino nei Simpson dove un Bart-Mozart fa ammattire un Salieri-Lisa.

Nel momento del bisogno chi accorse in aiuto di Mozart furono principalmente i suoi amici Massoni. La libera massoneria era una società semi segreta i cui membri erano di origine nobili o appartenenti alla media borghesia, come Mozart; il loro obiettivo era la libertà e l’uguaglianza per tutti gli uomini. Negli ultimi anni della sua vita, per Mozart questo associazione rappresenta un pericolo, perché l’imperatore iniziò ad avere sospetti riguardo questi idealisti. Mozart si è appassionata tanto a questi ideali al punto da dedicarvi della musica, inclusa la sua opera lirica più celebre Il flauto magico, di cui vogliamo menzionare una particolare produzione: quella della nostra amata Julie Taymor.

Nel 1791 furono commissionate ad Amadé due nuove opere: la prima fu appunto Il flauto magico composta per un Teatro Popolare di Vienna, l’altra fu intitolata La Clemenza di Tito, composta per la città di Praga; Mozart scrisse l’intera opera in soli 18 giorni, metà del tempo che chiunque altro musicista avrebbe impiegato solo per trascriverla. Fu allora che la sua salute iniziò a vacillare.

Poco tempo prima si era presentato uno strano messaggero vestito di nero che gli aveva commissionato un Requiem, ovvero una messa per i defunti. Mozart si convinse che questi venisse dell’altro mondo e che il Requiem fosse per se stesso. In realtà la commissione proveniva da un conte che voleva dedicare l’opera alla moglie morta da poco. Il suo intento era fingere di aver composto da sé la Messa, ma questo Mozart non lo seppe mai. Mozart non terminò mai il Requiem, anche se ci lavorò fino a pochi giorni prima di morire, a soli 35 anni.

Il funerale di Mozart fu misero a quei tempi, infatti solo ai nobili erano riservate celebrazioni importanti, mentre la maggior parte dei feretri era condotta nei cimiteri fuori Vienna dove tre o quattro salme venivano deposte nella stessa fossa. Il corpo di Mozart fu sistemato così in una di queste tombe comuni, ma nessuno fu in grado di sapere con certezza quale, così le spoglie restano perdute per sempre.

Il giorno in cui Mozart morì, il 5 dicembre 1791, il suo nome fu iscritto nei registri del magistrato di Vienna come “Wolfgang Amadeus“. Sette anni dopo, la casa editrice Breitkopf & Härtel produsse un’edizione delle opere complete di Mozart con questo nome, ma il vero dominio di “Amadeus” iniziò intorno al 1810, 19 anni dopo la morte del compositore.

Scrittori e autori romantici usarono il soprannome per proclamare la loro adorazione per Mozart, trasformando infine “Amadeus” nel soprannome preferito da tutti per il gigante classico.

Negli anni la musica e la vita di Mozart sono diventati leggendari tanto da ispirare una produzione francese a farne un musical: Mozart l’Opera Rock o da sviluppare un turismo intorno ai luoghi associati al suo nome. C’è persino un cioccolatino a lui intitolato: il famoso”Mozartkugel”.

Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.

Wolfer, Teofilo, Amadeus, con qualsiasi nome rimane sempre un genio!

#godlovesamade

#themagicmozart

 

 

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