
Dopo una decina di giorni passati nello spazio, ritorniamo in terra statunitense raccontandovi la vita e la storia di Judy Garland. L’ultima biografia che avevamo trattato è quella di Giovanna D’Arco, stavolta invece facciamo un salto temporale di più di mezzo millennio, per raccontarvi ancora una volta una donna straordinaria.
Oggi 10 giugno celebriamo il compleanno di Judy Garland (avrebbe compiuto 98 anni): cantante e attrice americana il cui talento e vulnerabilità si sono combinati per renderla una delle personalità di Hollywood più iconiche del XX secolo.
Da Frances Gumm a Judy Garland
Judy Garland è il nome d’arte di Frances Ethel Gumm, nata il 10 giugno 1922 a Grand Rapids, nel Minnesota. È l’ultima di tre figlie di ex attori di vaudeville, Frank ed Ethel Gumm.
Judy ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo addirittura prima di compiere tre anni al teatro di suo padre, il New Grand Theatre. La famiglia si trasferisce poco dopo a Los Angeles, in California.
All’età di sei anni Frances è già un’artista consumata, e appare con le due sorelle maggiori in opere di teatro vaudeville. Dopo il peggioramento della salute del padre, la recitazione di Frances e delle sorelle diventa presto la principale fonte di sostentamento per la famiglia.
Etichettate erroneamente come “The Glum Sisters” nel 1931, le tre sorelle, su suggerimento di un collega interprete, cambiano il loro nome d’arte in Garland (il nome di un popolare critico teatrale dell’epoca). Poco dopo, Frances cambia il suo nome in Judy, ispirandosi ad una canzone di moda al tempo.
La carriera
Gli inizi
Nel 1935 il capo della MGM (Metro-Goldwyn-Mayer), un importante studio cinematografico di Hollywood, sente Judy Garland cantare e la ingaggia prontamente. Non è la prima volta che facciamo i dovuti paragoni: nel 1935 Judy Garland ha 13 anni. Io penso che a quell’età forse provavo la prima sigaretta (forse) o mi sceglievo un vestito da sola, la Garland firmava con la MGM.
All’inizio, da parte della MGM, c’era qualche incertezza su come usare il talento di Judy Garland, tanto che passò più di un anno prima di apparire in un film. La sua prima apparizione in un film arriva infatti nel 1937, quando Judy viene “prestata” a un altro grande studio cinematografico, la Twentieth Century-Fox. Quello stesso anno a una festa della MGM per Clark Gable, Judy esegue una canzone che diventa un successo. In seguito sia Judy che la canzone vengono impiegate per il film Follie di Broadway 1938.
I film più famosi di Judy Garland
La MGM inserisce quindi Judy Garland in molteplici film, ognuno dei quali mette in luce il suo bel canto. Per il film Thoroughbreds Don’t Cry (1937), viene scelta un’altra baby-star, Mickey Rooney, che avrebbe collaborato con la Garland in altri otto film. Il duo si esibisce in film come Ragazzi Attori (1939), Musica Indiavolata (1940), I ragazzi di Broadway (1941) e Girl Crazy (1943).
Tuttavia il suo ruolo cinematografico più memorabile, e quello che le diede la celebrità, arrivò nel 1939 con Il mago di Oz. Per quel film Judy Garland vince un Oscar speciale come “miglior interprete giovanile dell’anno” per il ruolo di Dorothy. Il film le ha anche fornito la canzone con cui è stata identificata per il resto della sua vita: “Over the Rainbow“. Di questo brano si contano oltre 650 cover, tra cui quelle di Eric Clapton, Jeff Beck e Ray Charles.
Durante gli anni ’40, la Garland si esibì in numerosi musical eccezionali, tra cui Incontriamoci a St. Louis (1944), Le ragazze di Harvey (1946) e Ti amavo senza saperlo (1948). Si ricorda anche il suo talento in un ruolo non da cantante in L’ora di New York, dramma su una ragazza e un militare in congedo.
Vita privata
La vita personale di Judy Garland fu meno costellata di successi di quella professionale.
Nel 1941 sposa l’arrangiatore musicale David Rose nel 1941, ma quel matrimonio finì molto prima del divorzio del 1945. Nello stesso anno sposa il regista Vincente Minnelli, che ha diretto la moglie in alcuni dei suoi film più importanti, tra cui Il Pirata (1948).
Da questa unione, oltre ad alcuni film, nel 1946 nasce la figlia Liza Minnelli (magari dedicheremo un articolo anche a lei prossimamente). Anche questo secondo matrimonio fallì e finì molto prima del divorzio del 1951.
Durante gli anni ’40, la Garland fu ostacolata da una mancanza di fiducia in sé stessa, da una continua tensione al lavoro e da problemi di peso. Diventa fortemente dipendente dalle pillole e alla fine cerca di uccidersi nel 1950. Nello stesso anno, dopo numerosi problemi al lavoro, Judy Garland viene sostituita in alcuni film e infine licenziata dalla MGM.
Gli ultimi anni di Judy Garland
Nel 1952 Sidney Luft, promotore di successo che in seguito divenne il terzo marito di Judy Garland, la iniziò alla carriera dei concerti. L’idea fu un successo.
Questo periodo favorevole culmina nella pellicola E’ nata una stella (1954), remake dell’omonimo dilm del 1937 per la quale la Garland riceve una nomination agli Oscar. Un Oscar invece lo vincerà Lady Gaga nel 2019 per l’ulteriore riedizione del film.
Purtroppo la felicità dura poco. La salute vacillante, l’aumento della dipendenza da droghe e l’abuso di alcolici portano la Garland a esaurimenti nervosi, tentativi di suicidio e rotture ricorrenti con Luft, da cui ha avuto due figli, Lorna e Joseph. I Luft divorziano nel 1965 dopo anni di dispute legali.
Nonostante i suoi problemi, la Garland intraprende un tour di concerti di grande successo nel 1961. Nello stesso anno riceve una nuova nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista per la sua drammatica interpretazione nel film Vincitori e Vinti. Seguono altri due film nel 1963.
La sua vita personale e professionale continua ad affrontare una serie di alti e bassi, segnati da esibizioni fallite, cause legali, ricoveri in ospedale e tentativi di suicidio. Dopo aver divorziato da Luft, Judy Garland sposa Mark Herron, un giovane attore con cui aveva viaggiato per qualche tempo. Il matrimonio dura solo qualche mese.
La morte
All’inizio del 1969 Judy sposa Mickey Deans. Il suo quinto marito é un gestore di discoteca di dodici anni più giovane di lei. Qualche mese più tardi, il 22 giugno, Deans trova la moglie senza vita nel bagno del loro appartamento a Londra.
La causa della morte, secondo l’autopsia, è accidentale e dovuta ad un sovradosaggio di barbiturici, che Judy assumeva da un lungo periodo di tempo. Non è da dimenticare che l’artista soffriva anche di cirrosi epatica, in una forma grave.
Il corpo viene tumulato nel colombario di Hartsdale, nello stato di New York. Dopo quasi 50 anni, nel 2017, i tre figli della stella fanno trasportare il corpo nel Judy Garland Pavillion, un nuovo grandissimo padiglione costruito all’interno dell’Hollywood Forever Cemetery, fatto per ospitare le spoglie dei Garland e dei membri della famiglia.

Influenze culturali
Già durante la sua vita, Judy Garland diventa un’icona, in particolar modo per il pubblico LGBTQ: poteva non esserlo chi invitava al di là dell’arcobaleno? La rivista gay The Advocate, la definì l’Elvis degli omosessuali. Ma non solo il pubblico gay si riconosceva in lei per un certo tipo di estetica mostrata in varie pellicole, Judy diventa un emblema per tutti quelli che soffrono e che combattono. Per una analisi dettagliata sul perché Judy Garland é l’icona gay per eccellenza vi rimandiamo a questo interessante approfondimento della BBC: www.bbc.com/culture/article/20190923-why-is-judy-garland-the-ultimate-gay-icon
E per vedere la miglior interpretazione drag di Judy vi suggeriamo la serie AJ and the Queen su Netflix: Rupaul é la migliore!
In aggiunta, il volto di Judy Garland diventa talmente celebre che gli animatori della Disney si ispirano a lei per disegnare le fattezze di Belle nel classico La bella e la bestia.
Nel 2019 esce il film Judy, in cui la Garland è interpretata da Renée Zellweger. La pellicola è l’adattamento cinematografico del dramma teatrale End of the Rainbow, che narra gli ultimi mesi di vita della cantante e attrice. Per questo film la Zellweger ottiene un Oscar come migliore attrice protagonista. E anche una standing ovation senza paragoni, come dichiarato dai presenti in sala, fermata dall’attrice stessa che era in lacrime.
Non poteva essere altrimenti, per celebrare sia il talento della Zellweger, ma anche quello di Judy Garland, una donna che ha insegnato con la sua vita, che c’è speranza “da qualche parte oltre l’arcobaleno“.
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