All’incirca un anno fa vi abbiamo raccontato perché il rock’n’roll si chiama così (www.zoastudio.com/2019/01/20/rock-and-roll ). Oggi, 28 gennaio, vi raccontiamo perché l’heavy metal si chiama in questo modo, partendo da questa data particolarmente significativa.
Origine del termine
Il termine Heavy Metal nasce proprio oggi, 28 gennaio, del 1968 perché coincide con l’uscita dell’album degli Steppenwolf Born to be Wild. Nell’omonima canzone, inclusa nella colonna sonora del celeberrimo film Easy Rider, compare per la prima volta la frase “heavy metal thunder” (tuono sferragliante). L’espressione si riferiva al rumore (per i biker un suono melodioso a dirla tutta) della ferraglia delle motociclette bicilindriche Harley Davidson.
“I like smoke and lightning, heavy metal thunder, racin’ with the wind“
Per approfondire il film Easy Rider vi rimandiamo qui: www.zoastudio.com/2019/07/14/easy-rider mentre se siete degli appassionati di Harley Davidson leggete qui: www.zoastudio.com/2019/08/28/harley-davidson.
Il termine heavy metal fu utilizzato in realtà qualche anno prima del 1968, ma con connotazioni diverse rispetto a quelle date poi al genere musicale popolare negli anni settanta e ottanta. Nel 1962 William Burroughs usa l’espressione “heavy metal kid” nel suo racconto La macchina morbida. Due anni dopo utilizza nuovamente i termini nel romanzo Nova Express, dove le parole heavy metal sono metafora delle sostanze stupefacenti.
Le radici dell’ Heavy Metal
L’ heavy metal ha fatto un viaggio lungo prima di fare il suo grande ingresso sulla scena musicale mondiale. Questo viaggio inizia appunto nei già nominati anni ’60. La prima metà del decennio ha visto un’esplosione senza pari di musica popolare.
Artisti all’epoca molto di avanguardia, come Beatles, Rolling Stones, The Who e The Kinks si fanno notare come esponenti di un rock and roll “diverso” da quanto sentito prima (Elvis ad esempio). Ognuno di questi gruppi ha contribuito alla creazione dell’archetipo “rock band”: forte, imprevedibile, ribelle e persino pericoloso.
A partire dalla seconda metà degli anni ’60, la generazione successiva di “rock star” iniziò a piantare i primi semi di Heavy Metal. Ispirandosi ai loro predecessori del blues e del rock and roll, gli spettacoli “hard rock”, come quelli dei Cream, dei Led Zeppelin e di The Jimi Hendrix Experience, forniscono la colonna sonora per una generazione scoraggiata dagli avvenimenti dell’epoca.
Ciò che ha differenziato questi artisti dai loro predecessori sono stati i progressi tecnologici nel campo del suono, caratterizzato da chitarre distorte, batteria incalzante e voci graffianti. In aggiunta, oltre al volume molto più alto di quello del rock, gli artisti annoverati tra i primi produttori di heavy metal sono accomunati da testi brutali. Vediamo chi sono…
L’Heavy Metal prende forma
Ora che abbiamo chiarito le origini del termine heavy metal e ne abbiamo definito i prodromi, quale possiamo considerare il luogo in cui nasce questo genere musicale? Los Angeles, Londra, Chicago? No, sono le West Midlands inglesi, per la precisione a Birmingham. Se volete avere un’idea di quello che succedeva a Birmingham e del particolare accento della sua popolazione guardate la serie tv Peaky Blinders https://it.wikipedia.org/wiki/Peaky_Blinders.
Ad ogni modo, cosa succede quando si ha una generazione cresciuta in una città industriale economicamente depressa durante un’era di innocenza perduta? Bene, succedono i Black Sabbath. Il quartetto ha il merito di aver forgiato un suono che ricordava il rumore delle acciaierie (Iron Man) che dominavano il paesaggio della loro città natale.
Il contributo dei Black Sabbath
In una intervista a Rolling Stone, Ozzy Osbourne ricorda: “ Casa mia era estremamente povera. Mio padre lavorava la notte come riparatore di attrezzi. (…) Io dormivo in un letto insieme ad uno dei miei fratelli. Non avevamo le lenzuola. Dovevamo usare dei vecchi cappotti. (…) C’era sempre un mucchio di pane e patate per riempirci la pancia. Ma il denaro scarseggiava sul serio”.
I Black Sabbath hanno il merito di aver sintetizzato il rock ‘n roll prima maniera, il blues e di averci aggiunto un pizzico di demoniaco che non guasta mai. Un percorso musicale completamente nuovo e unico, segnato dai riff di chitarra meditabondi di Tony Iommi, dai testi intelligenti e Geezer Butler, dalla batteria martellante di Bill Ward e da Ozzy Osbourne (su cui non c’è nulla da aggiungere, il nome parla da sé). Lo stesso Ozzy ricorda l’incipit di tutto.
“Provavamo in un centro ricreativo vicino a casa di Tony Iommi, di fronte ad un cinema. Una mattina, Tony fa: “E’ interessante. Stavo fissando il cinema”. Avevano in programma qualcosa tipo Il ritorno del vampiro. “Non vi pare bizzarro il fatto che la gente paghi per farsi spaventare? Forse dovremmo scrivere musica che faccia paura”. Fu quella la scintilla creativa per “Black Sabbath”. E mi cambiò la vita, cazzo se me la cambiò”.
Dal punto di vista della composizione musicale, i Black Sabbath hanno affrontato apertamente argomenti socialmente difficili da digerire: dalla corruzione politica al consumo di droghe ricreative fino all’ostracizzazione sociale. Rispetto alle band hard rock della fine degli anni ’60, le composizioni e le esibizioni dei Sabbath erano minimaliste nella forma e nell’esecuzione. Tuttavia, ciò che mancava di complessità, veniva compensato dai Black Sabbath in termini di potenza e intensità. Per tutti questi motivi possiamo considerare i Black Sabbath come la prima vera band heavy metal.
Dopo i Black Sabbath
La popolarità dell’heavy metal crolla durante l’era d’oro della disco music alla fine degli anni ’70. Tuttavia ha avuto più successo che mai negli anni ’80 quando Def Leppard, Iron Maiden e Saxon guidarono la “nuova ondata di heavy metal britannico” che, insieme all’impatto della chitarra di Eddie Van Halen, ha riportato in vita il genere.
Un’ondata di “glam” metal, con gruppi di genere come Mötley Crüe e Ratt, è emersa da Los Angeles a partire dal 1983 circa; Poison, Guns N ‘Roses e centinaia di altre band si trasferiscono a Los Angeles nella speranza di ottenere accordi discografici.
Ma l’heavy metal era diventato un fenomeno mondiale grazie a gruppi quali i tedeschi Scorpions e altre band dal Giappone alla Scandinavia. L’influenza musicale più importante del decennio fu l’adattamento all’heavy metal delle progressioni di accordi, della figurazione e degli ideali di virtuosismo presi dai modelli barocchi, in particolare Bach e Vivaldi. Come Van Halen, chitarristi come Ritchie Blackmore (dei Deep Purple), Randy Rhoads (con Osbourne) e Yngwie Malmsteen hanno dimostrato nuovi livelli e stili di “chitarrismo” rock, distruggendo così stereotipi popolari che credevano l’heavy metal come monolitico e musicalmente semplice.
La frammentazione dell’heavy metal
Come già anticipato, il metallo pesante si è frammentato in sottogeneri negli anni ’80. Questa mappa dovrebbe spiegarlo bene.
In questo periodo una scena underground di stili più duri si sviluppa in opposizione al metal più pop-oriented di Bon Jovi, Whitesnake e le band glam. Metallica, Megadeth, Anthrax e Slayer sono da considerarsi i pionieri del thrash metal, caratterizzato da ritmi veloci, timbri vocali e chitarra “pesanti”, aggressività e testi critici o sarcastici. Gli stili più largamente popolari dell’heavy metal hanno praticamente preso il controllo della musica popolare alla fine degli anni ’80. Purtroppo questo periodo di “paradiso musicale” crolla verso la fine del decennio. Band come Guns N ’Roses e Nirvana hanno attirato fan in diverse direzioni, e molti si sono avvicinati alla musica rap (come avranno fatto non si sa, ma meglio averli persi!).
Nel corso degli anni ’90, molte star dei decenni precedenti, come Van Halen, Metallica e Osbourne, hanno continuato ad avere successo, così come lo hanno avuto nuovi gruppi come i Soundgarden. Pian piano il nome heavy metal viene usato meno spesso per commercializzare questo tipo di gruppi o per definire la loro community di fan…sigh.
L’heavy metal dagli anni 90 ad oggi
Durante la maggior parte degli anni ’90, l’heavy metal ha languito nell’oscurità mentre Grunge e Alternative Rock dominavano le classifiche. Ironia della sorte, la popolarità in calo dell’heavy metal è stata in realtà una benedizione sotto mentite spoglie. Sebbene l’heavy metal venisse abbandonato in massa, i fan accaniti sono rimasti fedeli come sempre, anticipando con impazienza la successiva evoluzione del genere. Basti pensare che la prima edizione del Wacken Festival é nel 1990.
Di conseguenza, fortunatamente, le band metal hanno potuto godere di una maggiore libertà nel perseguire direzioni nuove e non convenzionali. Lasciate quindi a sé stesse, molte interpretazioni originali e d’avanguardia (spesso la sintesi di più sottogeneri) sono esplose sulla scena: Symphonic, Folk, Melodic Death, Progressive Death, Technical Death, Groove Metal, Black Metal, Nu Metal, Industrial ecc..
A testimonianza della crescente diffusione globale del metallo, i Paesi nordici del Nord Europa sono stati l’epicentro di questa ondata creativa. Guidati dagli scandinavi In Flames, Opeth, Nightwish, Children of Bodom, Dimmu Borgir (penso ci siamo fatti un’idea) l’heavy metal si è spinto a nuove vette. Il successo collettivo di questi artisti ha riaffermato il fascino duraturo dell’heavy metal, guidato dalla lealtà della sua rabbiosa base di fan.
Forse, questo successo ha spinto alcune band a varie reunion: ad esempio gli Iron Maiden, i Judas Priest e persino i Black Sabbath, che hanno riconquistato le classifiche in vari momenti durante gli anni 2000. Auguriamo a tutte queste band di continuare a suonare per altre quattro-cinque decadi, perché di veramente “heavy” c’è la passione di tutta una comunità di persone che sfoga la propria rabbia cantando canzoni a squarciagola o facendosi sanguinare le mani a forza di suonare.
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