Greetings from Asbury Park

Illustrazione di Zoa Studio per Asbury Park
Illustrazione di Zoa Studio

Il boss in concerto

Ricordo sempre con un sorriso l’11 giugno 2012: un’amica scopre di essere incinta e, non potendo andare al concerto di Bruce Springsteen con il marito, il più grande fan del Boss che io abbia mai conosciuto, mi regala il suo biglietto.

Il marito fa la coda dalle 5 di mattina per avere il pass per il fan pit, io arrivo alle 19, perché prima ero al lavoro, vedo del movimento sospetto vicino al tanto agognato fan pit e, come per magia, ottengo un pass e un concerto di 3 ore e mezza in prima fila, uno spettacolo di un grandissimo professionista.

29 canzoni, per me su tutte, Because The Night – pezzo portato al successo da Patti Smith ma uscito dalla penna di Bruce – e Dancing in the Dark. Da segnalare l’ingresso, con Springsteen che si rivolge al pubblico friulano con un «Mandi Trieste!», un mito!

Asbury Park

Greetings from Asbury Park
Greetings from Asbury Park, N.J. è il primo album di Bruce Springsteen, pubblicato nel 1973.

Nella rapida formazione sul Boss ricevuta dal suo più grande fan nel paio d’ore prima del concerto, scopro che Asbury Park dà il titolo al primo album di Springsteen “Greetings from Asbury Park”, che lo Stone Pony è un club dove il Boss era solito esibirsi e dove, ovviamente, il mio amico è andato a fare una capatina durante il viaggio di nozze, trascinando la neo-sposa!

Quello che non sapevo e che ho scoperto qualche giorno fa, è ciò che Asbury Park è stato in realtà oltre al titolo di un album.

Per questo, ringrazio il documentario distribuito da Nexo Digital Asbury Park: lotta, redenzione e rock and roll (nelle sale italiane solo il 22, 23 e 24 maggio 2019) , che esplora la storia e la musica della città più leggendaria della Jersey Shore.

 Asbury Park: lotta, redenzione e rock and roll

Il documentario, diretto da Tom Jones (non fatevi ingannare, non il Tom Jones di “Sex Bomb”), descrive in dettaglio il declino dell’imponente scena blues e jazz nella città, i disordini durante l’estate del 1970 (che distrussero la città stessa) e la definizione di “linee razziali” tracciate attraverso l’est e l’ovest della città. È stato durante questo periodo che giovani musicisti, ancora in bilico tra Elvis e i Beatles, si sono alzati dalle rovine della città, affilando i canini nei bar e nei locali della città per creare un’infusione jazz-rock che ancora echeggia attraverso le sue spiagge sabbiose.

Con interviste a Springsteen, Van Zandt e Southside Johnny – la sacra triade del sound del New Jersey, Asbury Park: Riot, Redemption, Rock ‘n’ Roll offre il cuore, l’anima e le storie che vorresti vedere in un documentario di questo tipo.

Il film/documentario inizia con una citazione di Langston Hughes e con il tintinnio del pianoforte che apre “Growin ‘Up” di Bruce Springsteen.

Segue una sfilata di testimonianze su una “città di honky tonk” con un suono preso in prestito da soul, pop, e rock; una musica creata in un piccolo angolo della Jersey Shore, dove i futuri (e famosissimi) musicisti sono stati esposti a i grandi del jazz, del blues e del rock e hanno contribuito a formare “il miglior gruppo da bar in America”.

“Qualcosa è successo qui che non stava succedendo da nessun’altra parte”, intona Bruce Springsteen, “e questo era importante.”

La storia di Asbury Park

Il docu film “Asbury Park: Riot Redemption Rock’n Roll” ripercorre quella storia. Dalla fondazione della città al periodo di massimo splendore, fino al giorno in cui le fessure razziali si sono aperte e l’hanno cambiata per sempre.

Asbury Park è una città che molto prima si divideva in un “East Side” (dei binari del treno come si vede nella mappa) e un “West Side”, dove vivevano lavoratori italiani immigrati e africani con occupazioni negli hotel e nei resort per i turisti. Una città dove dominavano jazz e blues club e dove ancora per la maggior parte vive una popolazione afro-americana.

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Asbury Park Map: la ferrovia divide Est e Ovest.

Gli storici parlano della fondazione della città negli anni ’70 dell’Ottocento e della sua lenta svolta verso l’intrattenimento, gli hotel e i bar con l’obiettivo di rendersi una destinazione estiva prediletta dai newyorkesi e dai i filadelfiani.

Si andava Ocean Grove per pregare e Asbury Park a far festa“, ricorda Southside Johnny Lyons. Steven Van Zandt invece ci porta invece alla fine degli anni 60 del 1900, al piano di sopra di quel bar che era il Club Upstage, dove ogni musicista di una città pazza di musica si incontrava e performava per ore.  Qui Van Zandt incontrò Bruce Springsteen e il futuro “Boss” sentì per la prima volta diversi membri della sua futura band in una jam session su quel palcoscenico: si mise a suonare con loro fino all’alba.

Un fatto che colpisce molto è che, di fondo, il Boss sia stato il primo a creare una band interraziale, la leggendaria E Street Band, mettendo insieme il meglio dell’una e dell’altra cultura, dello stile e delle tradizioni musicali. E tale approccio, insieme alla musica che ne é scaturita, ha portato nel 2016 l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama a consegnare al Boss la “Medal of Freedom” insieme alla parole “There’s a place for everyone in Bruce Springsteen’s America” (per il momento della consegna della medaglia andate QUI). Asbury Park diventa quindi un esempio di integrazione per un breve periodo, con il rock and roll a fare da collante.

Gli anni ’70

Purtroppo, qualche anno dopo, precisamente il 4 luglio 1970 la “città pazza di musica” ebbe però un brusco risveglio, ad Asbury Park scoppiò una sommossa e molte zone furono devastate.

1970 Racial riots in Asbury Park, NJ Press Photo
1970 Racial riots in Asbury Park, NJ Press Photo

C’erano 73 locali nel 1970, ma quelli bruciati a ovest dei binari non furono mai ricostruiti. In realtà, non molto nella parte storicamente nera della città è stato ricostruito, e non lo è stato fino ad oggi. Solo due club di quei giorni di gloria della metà del secolo sono ancora in piedi: il Saint e, più vicino all’acqua, lo Stone Pony. Questi due locali hanno tenuto viva la fiamma dell’arte durante la fine degli anni ’70 e ’80. All’inizio degli anni ’90, un viaggio allo Stone Pony era come visitare “Escape from New York” – c’era un club vicino al lungomare, poi una gigantesca tela bianca di cemento che era un parcheggio libero. Ora, grazie al risveglio della città, puoi visitare lo Stone Pony e fare molte altre attività.

La rinascita

Riassumendo, Asbury Park: Riot, Redemption, Rock’n Roll racconta questa rinascita,  la rinnovata integrazione di diverse tradizioni e culture, tenendo anche in considerazione i fattori che tengono viva la città ora: la fervente comunità LGBT, gli investimenti fatti in musica nella zona (con festival, concerti, manifestazioni) e la cultura musicale diffusa grazie a delle scuole dedicate.

Ed è con un concerto di beneficenza a cui partecipano gli studenti della scuola musicale di Asbury Park che si conclude un documentario (anch’esso a scopo benefico) pieno di cuore, di emozioni e di reale attaccamento alle proprie origini.

#westsidestory

#twotracks

Greetings from Asbury Park
Bruce Springsteen in 1973 with a copy of “Greetings from Asbury Park, N.J.” Art Maillet/Shore Fire Media

 

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